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Emergenza Covid-19, Dpcm 22 marzo: negozi sigarette elettroniche rimangono aperti

Tra le misure di sicurezza: ingresso contingentato (non più di una persona per volta) e rispetto delle regole anticontagio (un metro di distanza, mascherina e guanti).

Nonostante la stretta sulle attività produttive e sull’attività motoria dei singoli cittadini, la vendita di prodotti liquidi da inalazioni continua a essere consentita. L’ennesimo decreto della Presidenza del Consiglio (operativo dal 23 marzo) che vuol far fronte all’emergenza coronavirus concede la possibilità ai tabaccai e quindi alle rivendite specializzate in sigarette elettroniche dotate di autorizzazione dell’agenzia Dogane e Monopoli di continuare l’attività lavorativa. Il nuovo decreto parla di “sospensione delle attività produttive industriali o commerciali” ad eccezione delle filiere necessarie e di quelle che consentano il funzionamento di queste ultima e indica un elenco con poco più di 100 attività che potranno continuare a restare attive. Allo stesso tempo però, il provvedimento spiega che “resta fermo, per le attività commerciali, quanto disposto dal dpcm 11 marzo 2020 e dall’ordinanza del ministro della Salute del 20 marzo 2020“. Occorre però garantire l’ingresso contingentato (non più di una persona per volta) e il rispetto delle regole di sicurezza (un metro di distanza, mascherina e guanti). I consumatori potranno coscienziosamente acquistare i liquidi da inalazione (bene considerato di prima necessità al pari delle sigarette) purché recandosi presso il punto vendita più vicino all’abitazione. In ogni caso non è consentito uscire dai confini comunali. Non è ancora chiaro se per “attività più vicina” possano essere considerati anche i tabaccai ma, nel dubbio e per non rischiare ammende, sanzioni e denunce penali, sarebbe bene prendere in considerazione l’ipotesi più restrittiva.

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