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“Smettere di fumare resta una regola ferrea per tutti, ma le preoccupazioni per il dilagare del Covid-19 non possono giustificare dichiarazioni improvvisate e prive di evidenze scientifiche”. Anche il professore Riccardo Polosa, direttore del Centro per la riduzione del danno da fumo (CoEhar), entra nel dibattito scatenato dalle dichiarazioni di domenica scorsa del primo cittadino di New York. In una conferenza stampa, Bill de Blasio aveva dichiarato che fumare e usare la sigaretta elettronica aumentano il rischio di conseguenze gravi per chi contrae il nuovo coronavirus.
“Dove sono le prove scientifiche di queste affermazioni?” chiede lo scienziato catanese, sottolineando anche l’insensatezza di mettere il fumo e il vaping sullo stesso piano. Come il cardiologo greco Konstantinos Farsalinos, anche Polosa nutre seri dubbi sugli studi delle scorse settimane, che riportavano una maggiore vulnerabilità dei fumatori. “Indagini cliniche dettagliate dei casi ospedalizzati per Covid-19 – commenta – evidenziano linfopenia (la presenza di un diminuito numero di linfociti nel sangue) e eosinopenia (un valore di eosinofili più basso del normale)”.
Poi aggiunge: “Malattie allergiche, asma, BPCO e abitudine al fumo non sono fattori di rischio per coronavirus, mentre non sorprende che lo siano l’etá avanzata e le comorbiditá”. E, riferendosi al sindaco di New York de Blasio, Riccardo Polosa conclude: “Dico basta ai politici che si improvvisano cultori della materia medico scientifica”.