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Covid-19, i consigli di due scienziati per chi usa la sigaretta elettronica

Roberto Sussman e Carmen Escrig mettono a disposizione un testo con tutte le informazioni scientifiche sul coronavirus.

In tempi di allarme e legittima preoccupazione da coronavirus, due scienziati hanno pensato di offrire un documento informativo alla comunità degli utilizzatori di sigaretta elettronica di tutto il mondo. Si tratta di due nomi noti nel campo della scienza applicata al vaping: Roberto Sussman dell’Istituto di scienze nucleari dell’Università nazionale autonoma del Messico e direttore dell’associazione di consumatori Pro-Vapeo Mexico, e Carmen Escrig, biologa specializzata in virologia dell’Università autonoma di Madrid e coordinatrice della Plataforma para la reducción del daño por tabaquismo. Il documento, nella versione inglese, si intitola “Vaping and Sars-cov-2 and Covid-19 technical information for vapers” ed è stato ritenuto necessario, si legge nell’introduzione, perché “la diffusione della pandemia dovuta al virus Sars-cov-2 offre terreno fertile alla disinformazione sulla sigaretta elettronica”. Una tendenza di cui abbiamo dato conto in un articolo di ieri. “Gli svapatori – continuano gli autori – devono essere equipaggiati con informazioni e dati affidabili per poter contoargomentare”.
Il documento, ricco di riferimenti a ricerche scientifiche, fa il punto sulle evidenze che hanno già trovato spazio sulle nostre colonne. Per quanto riguarda il fumo, gli autori citano il lavoro di Farsalinos, Barbouni e Niaura, che rileva come gli studi disponibili finora non indichino un maggiore rischio di grave progressione della malattia Covid-19 nei fumatori. A meno che non abbiano sviluppato malattie fumo correlate.
Escrig (in foto) e Sussman sono molto chiari anche sul vaping. “Contrariamente a quanto affermato da fonti di disinformazione – affermano nel documento – non esiste alcuna prova che svapare abbia la capacità di influenzare negativamente la reazione immunitaria del corpo, in modo da causare lo sviluppo e la progressione della malattia causata dal virus Sars-cov-2 negli utilizzatori di sigaretta elettronica”. Nel valutare i rischi per i vaper – sottolineano gli autori – occorre sempre tenere a mente che si tratta nella stragrande maggioranza di ex fumatori. “Gli svapatori con un lungo passato da fumatori – spiegano – possono mostrare condizioni riscontrate nei pazienti vulnerabili. Però non si tratterebbe di un effetto del vaping, ma del fumo passato. Poiché passare completamente dal fumo al vaping migliora le condizioni cardiovascolari e respiratorie – concludono – i fumatori che passano all’elettronica avranno probabilmente una prognosi migliore in caso di infezione da Sars-cov-2”.
Rispetto alla possibilità che il vapore esalato da chi usa la sigaretta elettronica possa essere veicolo di contagio, Sussman e Escrig citano la posizione del professore Neal Benowitz della University of California, a cui si sono aggiunte le rassicurazioni dei Rosanna O’Connor di Public Health England. “Non esiste un rischio specifico di contagio – affermano – È ragionevole aspettarsi che, a seconda della potenza del dispositivo usato, il vapore espirato da una persona infetta diffonda la stessa quantità di goccioline di saliva contenente il virus della normale respirazione di un non vaper”. Dunque rimane importante mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di 1,5 o 2 metri. Gli autori si occupano anche delle proprietà del glicole propilenico, ricordando – come fatto giorni fa da Konstantinos Farsalinos – che non vi sono prove scientifiche che questo abbia effetto sul nuovo coronavirus o nel contesto del vaping.
Il documento si conclude con la raccomandazione, specifica per i vaper, di utilizzare dispositivi a bassa potenza in presenza di altre persone, di non svapare nei luoghi pubblici chiusi e di mantenere una distanza di almeno 2 metri dagli altri se si usa la sigaretta elettronica all’aperto. Con il suggerimento di “essere discreti e non attirare attenzione non desiderata”. “Bisogna ricordare – chiosano gli autori – che sono tempi difficili e molte persone sono state esposte a una massiccia disinformazione”.

Questo il link per scaricare il pdf del documento in inglese.

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