Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

SVAPOWORLD – Notizie internazionali dall’1 al 7 marzo

Public Health England pubblica un nuovo rapporto e rafforza la tesi secondo cui la sigaretta elettronica è lo strumento più efficace per smettere di fumare e ridurre i danni del tabacco.

Gran BretagnaIl rapporto della sanità pubblica rilancia il ruolo dell’ecig contro il fumo
I fumatori diminuiscono ma il fumo resta la principale causa di malattie e morti evitabili. Per questo i dispositivi di somministrazione della nicotina alternativi come le sigarette elettroniche, in quanto meno dannosi, possono giocare un ruolo fondamentale per ridurre questo carico sulla salute. È il sunto del sesto rapporto indipendente sulla sigaretta elettronica commissionato da Public Health England (Phe), l’agenzia operativa del Ministero della salute del Regno Unito, che conferma il ruolo importante che il vaping può (e deve) avere nel quadro delle politiche antifumo: sia quelle che puntano alla dissuefazione totale dal tabacco, che quelle che mirano alla riduzione del danno. Il rapporto del Phe è un documento che sintetizza le prove scientifiche attualmente disponibili sul vaping, allo scopo di offrire indicazioni alla politica e al legislatore. Ma è anche un punto di riferimento per esperti e sanitari di tutto il mondo e per gli operatori del settore del vaping. Per questo Sigmagazine ne ha approfondito i punti principali.

Sigarette elettroniche, Public Health England: “Fondamentali contro il fumo”

 

GermaniaLe tre lezioni del flop dell’errata ricerca che legava ecig a infarto
Con un intervento di Dietmar Jazbinsek, giornalista scientifico ed esperto di politiche della prevenzione, la rivista tedesca Egarage  ritorna sulla vicenda della ritrattazione da parte del Journal of American Heart Association del lavoro degli americani Stanton Glantz e Darma Bhatta, che metteva in relazione l’uso della sigaretta elettronica e il rischio di infarto. L’autore ripercorre nel suo lungo contributo l’intera vicenda, dalle metodologie di ricerche del duo statunitense fino all’enfasi con cui quello studio venne accolto dalla stampa generalista, alle critiche, all’epilogo umiliante per la credibilità dei ricercatori stessi e del Journal of American Heart Association. Ma da tutta questa storia si devono trarre tre lezioni, scrive Jazbinsek. La prima: il più importante sistema di verifica della comunità scientifica, il peer rewiev (valutazione degli esperti) delle riviste specializzate, non funziona più come dovrebbe. La seconda: la dichiarazione di conflitto d’interessi è una condizione necessaria ma non più sufficiente per giudicare la serietà di una ricerca, dal momento che ultimamente vengono ritrattati più studi di ricercatori indipendenti rispetto a quelli di ricercatori legati all’industria. La terza lezione: se i controllori del tabacco vogliono salvaguardare la propria credibilità, devono imparare ad affrontare controversie e a confrontarsi con opinioni differenti basate sui fatti. “Chi demonizza i critici dichiarandoli eretici, fa della comunità scientifica una setta”, conclude Jazbinsek.

UsaStudio: il proibizionismo del vaping alimenta il mercato illegale
Il legame tra proibizionismo e contrabbando è una tesi basata su esperienze storiche (basti pensare alla violenta e criminale stagione del proibizionismo dell’alcol negli Usa, e riferita al vaping è stata già dimostrata da altri studi. Ma il fatto che una nuova ricerca sul tema sia stata prodotta adesso e  negli Stati Uniti è un elemento particolarmente importante. Il rapporto è del Baker Institute for Public Policy della texana Baker University, è intitolato “Vaping: Clearing the air” ed è firmato dagli studiosi Katharine Neill Harris e William Martin. Secondo i due autori, applicare un divieto per i prodotti del vaping, avrebbe come unico risultato quello di ampliare il mercato nero, già esistente per questi prodotti, proprio come è successo con le droghe. E la recente esperienza di malattie polmonari dovute a cartucce di Thc illegali, allungate con acetato di vitamina E, dimostra quanto questo sia pericoloso. Un messaggio chiaro alla politica, soprattutto nell’anno che condurrà all’elezione del nuovo presidente. Sigmagazine ne approfondisce i risultati.

I divieti sulle sigarette elettroniche favoriscono il mercato nero

 

Unione EuropeaPiano contro il cancro: le ragioni per un utilizzo dell’ecig
Per quattro settimane i cittadini europei hanno potuto contribuire con idee e suggerimenti alla stesura del Piano europeo di lotta contro il cancro, la strategia allo studio della Commissione europea. Tra gli oltre 380 suggerimenti, redatti soprattutto da medici pediatri e da organizzazioni e associazioni contro il cancro, ce ne sono una decina che hanno individuato nella diffusione della sigaretta elettronica uno strumento importante nella lotta al tabagismo. I commenti passeranno al vaglio della Commissione, che pubblicherà una relazione di sintesi contenente le proposte ricevute e spiegherà come saranno attuate e, se del caso, perché determinati suggerimenti non saranno accolti. Nell’articolo di Sigmagazine una panoramica e un approfondimento dei suggerimenti che riguardano gli strumenti del vaping.

Gran BretagnaStudio Bat: tossicità ridotte al 99% con sistema vaporizzazione a lamelle d’acciaio
Le sigarette elettroniche che utilizzano come sistema di vaporizzazione le lamelle d’acciaio inossidabile abbatterebbero le tossicità della combustione sino al 99 per cento. Lo sostiene una ricerca condotta dagli scienziati di British American Tobacco, i cui risultati sono stati pubblicati da Chemical Research in Toxicology. La rilevazione è stata effettuata utilizzando le coil della iSwitch, un vaporizzatore non ancora presente sul mercato italiano. Secondo quanto affermano gli stessi ricercatori di British American Tobacco, per confermare definitivamente i risultati di questi test dopo le ricerche sviluppate in laboratorio sono necessari ulteriori studi sull’uomo. Maggiori dettagli sugli aspetti tecnici di questa ricerca nell’approfondimento di Sigmagazine.

Germania – Studio: il fumo passivo di terza mano è ugualmente nocivo, ma nessuna legge ci difende
Si è soggetti al fumo passivo, anche quando nelle vicinanze non è presente qualcuno che in quel momento fuma. È sufficiente che questi abbia fumato prima e che i suoi vestiti e capelli siano impregnati di fumo. È il risultato di una ricerca realizzata dal tedesco Max Planck Institut di Magonza e dalla statunitense università di Yale e pubblicata sulla rivista Science Advances. L’esperimento ha avuto luogo in un cinema della città di Magonza nel quale naturalmente vige il divieto di fumo. Già poco dopo l’inizio della proiezione, i ricercatori hanno registrato sostanze nocive come il dimetalfurano sprigionatesi dai vestiti, dai capelli e dalla pelle dei fumatori presenti. I ricercatori hanno proseguito le misurazioni per quattro giorni, confermando alla fine il problema del cosiddetto “fumo di terza mano”, una forma di fumo passivo ugualmente nociva alla salute ma non vietata da alcuna legge. Per subire gli effetti nocivi del fumo passivo non è necessario ritrovarsi di fianco a una persona che fuma, è la conclusione dello studio, ma è sufficiente essere nello stesso ambiente con un fumatore, anche quando la sua sigaretta è spenta.

Svizzera – Raccolte le firme necessarie, si terrà il referendum salva-svapo
La raccolta delle firme è stata un successo, l’obiettivo delle 5294 sottoscrizioni è stato raggiunto. E così verrà indetto il referendum contro la nuova legge sui prodotti del vaping e del tabacco. Secondo la nuova norma, il vaping deve sottostare al divieto totale di pubblicità e prevede quindi che i negozi debbano oscurare le vetrine per impedire ai passanti di entrare in contatto visivo con i prodotti. Il divieto di vaping nei luoghi pubblici negherebbe poi la possibilità ai negozianti di far provare i prodotti ai clienti. La legge anti-vaping è al momento già in vigore a Ginevra e Basilea, che hanno anticipato la legge federale ancora in fase di discussione a Berna. La soddisfazione di operatori e consumatori del vaping nell’articolo di Sigmagazine.

Articoli correlati