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Mascherine chirurgiche dal tabaccaio a 50 centesimi al netto dell’Iva. Anche la rete vendite delle sigarette diventa dunque distributore di quello che si presenta come il bene di necessità assoluta in questa fase 2 dello stato d’emergenza. Dopo l’intesa già siglata con farmacie e parafarmacie (30 mila punti vendita), la formalizzazione di quella raggiunta con i tabaccai porterà il totale dei punti vendita che distribuiscono mascherine a prezzo imposto a 100 mila unità, in media uno ogni 600 abitanti.
Nonostante l’impegno e gli sforzi di molti imprenditori della filiera del vaping di importare e mettere a disposizione dei cittadini le mascherine sin da tempi non sospetti, la scelta della protezione civile non ha consentito loro di partecipare al tavolo dell’accordo. Ma, a ribaltare la questione, è anche vero che nessuna associazione di rappresentanza della categoria si è fatta avanti con il commissario straordinario Arcuri. Rimane il fatto che decine di migliaia sono in questo momento le mascherine in giacenza nei magazzini, quantità che saranno destinate a rimanere inutilizzate perché, come ci dice un operatore della filiera, “acquistate a prezzo enormemente superiore e di conseguenza per noi è impossibile metterle in commercio al prezzo determinato dallo Stato“.