Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Covid-19, studio greco formula nuova ipotesi su ruolo protettivo della nicotina

Il lavoro è del medico Farsalinos in collaborazione con tre colleghi greci. Intanto anche il Galles progetta la sperimentazione dei cerotti con nicotina.

In un nuovo studio, non ancora pubblicato e in fase di peer-review ma disponibile su preprints.org, quattro scienziati greci formulano la loro ipotesi su come la nicotina potrebbe proteggere dall’infezione dal virus Sars-cov-2. Il titolo del lavoro scientifico è “Nicotinic Cholinergic System and Covid-19: Identification of a Potentially Crucial Snake Toxin-Like Sequence in the Sars-cov-2 Spike Glycoprotein” e a condurlo sono stati Konstantinos Farsalinos (il primo a rilevare lo scarso numero di fumatori fra gli ospedalizzati per covid-19), Socrates Tzartos e Konstantinos Poulas, tutti dell’Università di Patrasso, insieme a Elias Eliopoulos del dipartimento di biotecnologia del laboratorio di genetica dell’Agricoltural University di Atene.
L’ipotesi è che vi sia una interazione fra il virus e i recettori nicotinici (nAChRs) che provoca una disregolazione nel sistema colinergico nicotinico. “Se l’infezione da Sars-cov-2 non viene tenuta sotto controllo dalla reazione immunitaria iniziale – spiegano gli autori dello studio – la continua replicazione virale può alla fine causare una importante disregolazione del sistema colinergico nicotinico e del percorso colinergico anti-infiammatorio, portando a una riposta immunitaria eccessiva e a una tempesta di citochine”. Cioè a una risposta immunitaria che può portare a esiti gravi. “La nicotina – continua lo studio – è un agonista nicotinico colinergico che potrebbe proteggere i recettori nAChRs”.
Questa ipotesi, sempre secondo gli scienziati greci, spiegherebbe anche il fatto che alcuni studi abbiano rilevato una maggiore probabilità di esiti negativi nei pazienti fumatori ospedalizzati con covid-19. Si tratterebbe di una contraddizione solo apparente. “I fumatori – si legge nel lavoro – sperimentano una cessazione brusca una volta ospedalizzati, con la nicotina che crolla a livelli non rintracciabili nel giro di poche ore dal ricovero”. E dunque la progressione della malattia sarebbe accelerata. Gli autori sottolineano che si tratta di una ipotesi, che ha bisogno di essere ulteriormente studiata attraverso esperimenti che sono in corso. E specificano: “Bisogna sottolineare che il fumo ha effetti dannosi sulla salute e non può essere raccomandato come misura protettiva. Tuttavia è necessario esaminare i potenziali benefici dell’assunzione di nicotina attraverso prodotti farmaceutici autorizzati”.
Nel frattempo, però, dopo la Francia anche in Galles hanno deciso di studiare il potenziale dei cerotti alla nicotina per combattere il covid-19. Qui i dottori somministrano già di routine i cerotti ai pazienti con coronavirus che erano fumatori. In un intervento sul British Medical Journal online, datato lo scorso 31 gennaio, i dottori Robert Davies e Nerys Conway del Royal Glamoran Hospital ipotizzavano che la malattia fosse esacerbata dalla sospensione della somministrazione di nicotina e suggeriva di “prendere in considerazione e discutere urgentemente il semplice uso di cerotti alla nicotina”. Il quotidiano britannico the Guardian racconta che nell’ospedale gallese lo fanno già di routine per i fumatori cronici. Le sperimentazioni saranno probabilmente eseguite in collaborazione con l’Università di Cardiff.

Articoli correlati