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A lanciare l’allarme è stata Innco, la rete internazionale che raggruppa alcune associazioni di consumatori di prodotti del vaping. Il settantenne Ray Yeats, uno dei fondatori di Tobacco Harm Reduction Canada, è in pericolo di vita. Le autorità sanitarie dello Stato canadese della Nuova Scozia, dove vive, gli hanno appena fatto sapere che gli sarà negato l’ossigeno, fornito in base al programma Home Oxygen Services, perché è un vaper. Per lo stesso motivo, a Yeats è già stato negato l’accesso ad una casa popolare, richiesta per assistere la moglie affetta da demenza. Il rifiuto è stato spiegato dal fatto che fumatori e svapatori non sono ritenuti “idonei” ad accedere a questi servizi. Dunque Ray e sua moglie sono andati a vivere in una camera d’albergo.
La settimana scorsa Ray ha ricevuto la comunicazione dalle autorità locali, che spiegavano che avrebbero ritirato tutte le apparecchiature domiciliari per la somministrazione di ossigeno. Yeats ne ha disperatamente bisogno. Dopo aver fumato per 49 anni, infatti, nel 2013 gli fu diagnosticato un enfisema polmonare in stato avanzato e gli furono dati pochi mesi di vita. A settembre dello stesso anno, avendo cercato di smettere di fumare senza riuscirci, provò una sigaretta elettronica e, come molti, ne fu entusiasta. Yeats non fuma più, svapa e dopo sette anni dichiara che il suo enfisema è rimasto stabile, senza peggiorare. Fu così colpito da quello che definisce “il miracolo del vaping”, da fondare nel 2014 l’associazione canadese per la riduzione del danno da tabacco.
“Credo che negare ad altri fumatori la possibile riduzione del danno di questi strumenti equivalga ad abbandonarli”, spiegava Yeats. Proprio quello che sta succedendo a lui oggi. La grande famiglia dei vaper si sta mobilitando per lui, su Twitter è stato creato l’hashtag #SaveRayYeats e si sta vagliando se intentare una causa o organizzare delle raccolte fondi. Nel frattempo sono state interpellate le autorità sanitarie dello Stato. Il responsabile del programma ha spiegato che “si sono verificati degli incidenti fra i vaper che ricevevano la terapia di ossigeno”, tanto che il Ministero della salute ha messo in guardia sui rischi di incendio per questi specifici consumatori.
“La legge antifumo della Nuova Scozia – continua il responsabile – si applica a tutti i prodotti combustibili, compreso tabacco, cannabis, sigarette elettroniche e pipe ad acqua e trattiamo le e-cigarette e il vaping come il fumo di sigaretta”. Una risposta che lascia perplessi, visto che nelle sigarette elettroniche non vi è combustione e l’unico pericolo potrebbe essere rappresentato dalle batterie al litio. Ma allora dovrebbero essere proibite molte anche altre apparecchiature come, per esempio, telefoni cellulari, tablet e computer portatili. Discussioni che però non possono aiutare Ray Yeats. Per lui il tempo stringe e bisogna fare qualcosa, prima che sia troppo tardi.