Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Studio Usa: vietare gli aromi nelle sigarette elettroniche fa aumentare i fumatori

A un anno dal divieto adottato a San Francisco, un team di ricerca fa il punto: fra i giovani diminuito l'uso di e-cig, aumentato il consumo di sigarette.

Nello Stato di New York, negli Usa, è appena entrato in vigore il divieto di vendita di tutti i liquidi per sigaretta elettronica con gusto diverso dal tabacco. La misura viene celebrata dal governatore Andrew Cuomo e dagli oppositori del vaping come la mossa che permetterà di preservare la salute dei più giovani, sebbene vi sia più di uno studio che indica come ad attirare i minori sia soprattutto più il fattore curiosità e la voglia di trasgressione. Ma davvero vietare i gusti diversi dal tabacco nei liquidi per e-cigarette è una norma che funziona in termini di salute pubblica?
No, secondo un lavoro scientifico intitolato “The impact of a comprehensive tobacco product flavor ban in San Francisco among young adults”, che sarà pubblicato sul numero di giugno della rivista Addictive Behaviours Reports. Come si intuisce dal titolo, gli autori – Yong Yang e Kenneth D. Ward della Scuola di salute pubblica dell’Università di Memphis, Eric Lindblom della Georgetown University e Ramzi Salloum dell’Università della Florida – hanno preso in esame il caso di San Francisco, la città della California che per prima, quasi un anno fa, ha adottato un divieto totale sui prodotti del vaping e su quelli del tabacco aromatizzati.
Nello studio sono stati intervistati sulle loro abitudini, prima e dopo il divieto, 257 residenti nella città di età compresa fra i 18 e i 34 anni, che erano consumatori di “prodotti del tabacco” (compresa la sigaretta elettronica) prima dell’entrata in vigore della misura restrittiva. Veniamo ai risultati. Il consumo totale di tutti i prodotti del tabacco aromatizzati è passato dall’81 al 69% fra i 18-24enni e dall’85 al 69% nella fascia di età 25-34 anni. Il consumo di sigarette elettroniche con gusto diverso dal tabacco è diminuito dal 57 al 45% fra i più giovani e dal 56 al 48% nella seconda fascia di età. Insomma, per una buona parte di consumatori, il divieto non impedisce comunque il consumo. I canali di approvvigionamento più utilizzati sono internet, familiari o conoscenti, punti vendita fuori dalla città o che non rispettano il divieto (e non si parla solo di vape shop). In generale è diminuito il consumo dei prodotti del tabacco, maquello di tutti i prodotti da fumo, sigarette e sigari, è rimasto stabile. E ora vedremo perché.
Dallo studio emerge, infatti, un dato molto allarmante. “In entrambe le fasce di età – segnalano gli autori – l’uso delle sigarette elettroniche aromatizzate è diminuito significativamente dopo il divieto. Tuttavia nel gruppo di età compresa fra i 18 e i 24 anni, si è verificato un significativo aumento del consumo di sigarette in generale”. L’aumento è riscontrabile anche nel secondo gruppo preso in esame, ma in maniera meno importante. E non sappiamo cosa sia successo fra gli ex fumatori di età più avanzata, che magari erano riusciti a smettere propriograzie all’e-cig. Ma insomma, come molti critici del divieto temevano, rendendo difficile l’accesso ai prodotti del vaping, aumentano i fumatori. Questo forse spiega anche la valutazione degli intervistati sul divieto: solo l’8,1 degli intervistati si dichiara favorevole.
Questi risultati – concludono senza enfasi gli autori della ricerca – suggeriscono che i divieti generali a livello locale non riescono a ridurre la disponibilità e il consumo di prodotti del tabacco aromatizzati fra i residenti. Tuttavia i divieti locali possono ridurre significativamente l’uso di sigarette elettroniche e il fumo di sigari, ma possono far aumentare il fumo di sigarette”.

 

Articoli correlati