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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 3 al 9 maggio

Importante novità della settimana: le associazioni dei consumatori di sigarette elettroniche parteciperanno alla redazione della Tpd3. Intanto Juul Labs annuncia tagli al personale e chiusure di filiali.

Gran BretagnaCausa Covid-19, VAprile sfora nei prossimi due mesi
Il coronavirus sta colpendo duramente anche il Regno Unito, così molte manifestazioni si sono spostate dai luoghi fisici a quelli virtuali. È stato il caso anche di VApril, l’ormai consueto appuntamento annuale con la campagna di sensibilizzazione della UK Vaping Association (UKvia) sui benefici per la salute del passaggio dalla sigaretta tradizionale a quella elettronica. Una manifestazione che, nelle due passate edizioni, aveva coinvolto tanti negozi specializzati (oggi chiusi) organizzando incontri, conferenze e masterclass. Tuttavia, il prolungarsi del lockdown ha suggerito agli organizzatori di prolungare di altri due mesi l’iniziativa. Il VApril dunque si estende anche ai mesi di maggio e giugno. I numeri forniti per il primo mese di questa insolita edizione sono tuttavia incoraggianti, come illustra il resoconto di Sigmagazine.

Sigarette elettroniche, nel Regno Unito VApril continua per altri due mesi

 

Corea del SudJuul annuncia il ritiro dal mercato. In dubbio presenza in alcuni Paesi Ue
Juul Labs, l’azienda americana che ha segnato una stagione nella storia del vaping con il successo della pod mod negli Stati Uniti, è in fase di ridimensionamento. Anche per quel che riguarda la presenza sui mercati internazionali. Dopo anni segnati solo da espansioni, l’azienda ha ora annunciato il ritiro dal mercato sudcoreano, dopo l’inefficacia delle misure di contenimento dei costi e di ammodernamento dei suoi prodotti adottate negli ultimi tempi. Nell’ottobre dello scorso anno il Ministro della salute sudcoreano aveva lanciato un appello ai cittadini a non svapare per motivi di salute. È d’altronde nota l’ostilità di molti governi asiatici nei confronti del vaping, nonostante i grandi problemi determinati dall’ancora elevato tasso di fumatori. Secondo quanto riportato da BuzzFeed News, il ritiro di Juul non si fermerebbe solo alla Corea del Sud, ma si estenderebbe anche ad alcuni mercati europei. Il portale cita Francia, Spagna, Austria, Belgio e Portogallo. Anche qui l’ambiente sarebbe diventato ostile per Juul, cui pesa anche la legislazione europea che impone il limite di 20 milligrammi di nicotina in un’ecig. Sempre secondo le indiscrezioni di BuzzFeed News, Juul dovrebbe invece mantenere la sua presenza in un ristretto numero di Paesi, tra cui Italia, Gran Bretagna, Germania e Russia.

 

SpagnaStudio: in attivo saldo costi-benefici dei programmi antifumo pre-operatori
Investire risorse economiche nella lotta al fumo aiuta anche a risparmiare spese di natura ospedaliera. Il fumo rappresenta un fattore di rischio che amplifica l’insorgenza di complicanze post-operatorie, mentre i non fumatori hanno maggiori possibilità di recuperare la piena forma in tempi brevi. I benefici post operatori sono evidenti già se il paziente ha smesso di fumare 12 settimane prima di subire l’intervento. È il risultato di uno studio coordinato da Javier Rejas, ricercatore esperto di economia della salute, nel quale, come spiega l’articolo di Sigmagazine, sono stati riportati anche i benefici di natura economica per il sistema sanitario.

Programma nazionale antifumo pre-operatorio: saldo costi-benefici è attivo

 

DanimarcaIl governo vuole proibire gli aromi nei liquidi ed equiparare vaping e tabacco
La Danimarca chiede di vietare tutti gli aromi nei liquidi per sigarette elettroniche, a prescindere dal contenuto di nicotina. Una notifica a riguardo è stata inviata dal governo di Copenhagen alla Commissione europea. Inoltre, la legge sottoposta al vaglio della Commissione prevede il divieto di esposizione dei prodotti (che però escluderebbe i negozi specializzati), l’adozione del pacchetto neutro per tutti i prodotti del tabacco e quelli del vaping e, in generale, una equiparazione legislativa fra sigarette di tabacco ed elettroniche. Una comparazione che tutte le ricerche sul tema ormai considerano non solo errata, ma anche dannosa per l’efficacia delle politiche di riduzione del danno. nello specifico, l’iniziativa danese potrebbe segnare un pericoloso precedente per altri Stati dell’Unione europea o, peggio ancora, influenzare i lavori per la Tpd 3. Sigmagazine dedica un approfondito articolo alla vicenda.

Sigarette elettroniche, la Danimarca vuole proibire gli aromi nei liquidi

 

Unione EuropeaI consumatori di sigarette elettroniche entrano nell’iter per la Tpd3
Una buona notizia da Bruxelles: le associazioni europee dei consumatori di prodotti del vaping sono entrate formalmente nel dibattito istituzionale che porterà alla stesura della Tpd 3, la nuova direttiva sui prodotti del tabacco che incorpora anche le sigarette elettroniche e gli altri prodotti a rischio ridotto. Già nei giorni scorsi, infatti, le associazioni aderenti a Ethra, il coordinamento europeo che riunisce le realtà nazionali, hanno iniziato a ricevere dalle istituzioni europee un questionario in cui si chiede di valutare nel dettaglio la Tpd 2, i suoi punti di forza e quelli da rivedere, al quale potrà fare seguito uno scambio di opinioni telefonico con i funzionari europei. L’approfondimento di Sigmagazine illustra l’importanza di questa svolta, arrivata grazie all’impegno di Ethra che mesno di un mese fa aveva inviato una lettera ufficiale alla Direzione generale per la salute della Commissione europea.

Sigarette elettroniche, è ufficiale: i consumatori entrano nell’iter per la Tpd 3

 

GermaniaI Verdi per un aumento (contenuto) delle tasse sui liquidi per ecig
Con un’interpellanza parlamentare i Verdi chiedono al governo tedesco di farsi promotore in seno al Consiglio europeo di una proposta di aumentare le tasse nei confronti dei liquidi per sigarette elettroniche. Nello specifico, gli ecologisti chiedono di rielaborare la direttiva europea sulla tassazione del tabacco e di calibrare le nuove aliquote fiscali al danno provocato alla salute dai rispettivi prodotti del tabacco e del vaping, sulla base di studi scientifici indipendenti. A giustificazione della richiesta, i Verdi adducono l’aumento del vaping fra i giovani dal 2012 al 2018 e il fatto che anche l’ecig non sia completamente priva di rischio ma aggiungono che deve essere considerata la riconosciuta minore dannosità del vapore e l’importanza che l’ecig ha assunto nelle terapie di abbandono del tabacco. Il ricarico fiscale dovrebbe tuttavia essere contenuto, secondo le prime stime dei produttori del vaping, giacché tutti gli studi indipendenti recenti hanno riconosciuto la notevole minore dannosità del vapore rispetto al fumo, mentre le indagini empiriche sul vaping giovanile hanno dimostrato quanto il fenomeno sia ridotto e addirittura in calo negli ultimi anni. Ma la cosa che più rassicura produttori e consumatori di ecig è che tali interpellanze fanno parte dell’ordinario lavoro delle opposizioni parlamentari e raramente vengono prese in considerazione dal governo. Sono tuttavia una spia di quel che si muove nell’universo politico ecologista tedesco sull’argomento.

 

IslandaUn dibattito su Twitter rilancia dati del 2018 contrari all’effetto gateway fra i giovani
È tornato d’attualità questa settimana, grazie a un dibattito su Twitter innescato fra esperti e opinionisti del mondo del vaping, su una statistica islandese di un paio di anni fa. Giacché se ne è parlato, è utile ridare uno sguardo a quello che quei dati riferivano, perché coinvolgono discussioni ancora in corso. La notizia era che il tasso di giovani islandesi dediti al fumo era nel 2018 dell’1,7%, in fortissimo calo rispetto al 15% di inizio secolo (2001). Secondo gli analisti, il crollo era stato determinato anche dalla diffusione prima dello snus (tabacco umido in polvere per uso orale, prodotto tramite un processo di umidificazione a vapore, diffuso soprattutto in Scandinavia) e dal 2012 della sigaretta elettronica. Il calo dei giovani fumatori è stato sensibile in molti paesi scandinavi, dove l’utilizzo del tabacco orale è molto diffuso. Ma anche l’ecig ha fatto la sua parte, capovolgendo la fallace narrazione del vaping come gateway, posta di passaggio, verso il fumo per i giovani. I numeri islandesi dicono altro e fa bene ricordarlo.

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