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L’allarme indiano: “I danni del proibizionismo? Mercato nero e prodotti scadenti”

Il fenomeno è esploso dopo l'introduzione del divieto di vendita e importazione di sigarette elettroniche in tutto il Paese.

Nonostante i prodotti del vaping in India siano stati vietati otto mesi fa, in India la sigaretta elettronica è ancora assai diffusa. Come è possibile? Semplicemente perché esiste una rete parallela, non controllata, che introduce i prodotti nel Paese e li vende ai consumatori. Mentre i big player del vaping hanno accettato a malincuore la decisione e hanno interrotto la produzione e la vendita, sono comparse molte piccole realtà indipendenti che acquistano dalla Cina e rivendono spesso sul web. La denuncia arriva direttamente dall’associazione dei consumatori indiani. “È difficile far rispettare le normative poiché la nicotina è disponibile in tutte le altre forme – ha dichiarato a Business Insider Samrat Chowdhery, fondatore e direttore dell’associazione – I grandi produttori o importatori accreditati che producono sigarette elettroniche sono già usciti dal mercato lasciando libertà di azione al mercato nera e a speculatori improvvisati. Con l’introduzione del divieto totale, il governo ha creato un grosso danno. Avrebbe invece potuto regolamentarli e tassarli così da ricavarne un doppio giovamento, sia a livello di salute pubblica che di introiti erariali”.

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