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L’Fda autorizza la vendita di Iqos ma Binetti non ci sta e interroga Speranza

Nell’interrogazione presentata a 24 ore dalla decisione dell'agenzia statunitense, la senatrice contesta le affermazioni del direttore del Centro per i prodotti del tabacco della Food and Drug Administration.

La Food and Drug Administration ha riconosciuto il riscaldatore di tabacco prodotto dalla Philip Morris come uno “strumento a rischio modificato. Ovvero: fumarlo non elimina i rischi per salute ma certamente li riduce. Dopo sole 24 ore dalla comunicazione ufficiale, la parlamentare centrista Paola Binetti ha presentato una interrogazione contro la decisione dell’Fda. Con un tempismo mai visto prima, neppure per le gravi emergenze sanitarie o per le catastrofi naturali, è stata presentata una interrogazione rivolta al ministro della salute Speranza per avere spiegazioni e conoscere la sua posizione  a riguardo.
Seppure Binetti e il secondo firmatario Mallegni, entrambi del gruppo Fibp-Udc, ammettono che  “la Food and Drug Administration negli Usa ha autorizzato la commercializzazione del sistema Iqos di Philip Morris come prodotto del tabacco a rischio modificato” riconoscendo dunque “la possibilità di essere commercializzato con la dicitura di prodotto “ad esposizione modificata“, ovvero appropriato per la tutela della salute pubblica”, rimarcano anche che l’Fda ha precisato che l’Iqos non è privo di rischi, né “approvato dalla FDA“. Quello che agli occhi dei due senatori appare un controsenso, in realtà è semplicemente lo stato dell’arte. Non essendoci evidenze scientifiche sul lungo termine, ovvero superiori a 10 anni, la sanità pubblica non può formalmente legittimare la riduzione del danno. È però ormai consolidato che entrambi i prodotti siano meno rischiosi delle sigarette tradizionali, se non altro perché entrambi erogano nicotina in assenza di combustione. Da qui la definizione di “prodotto a rischio ridotto” per le sigarette elettroniche e “prodotto a rischio modificato” per i riscaldatori di tabacco.
Nell’interrogazione, Binetti e Mallegni contestano apertamente le affermazioni di Mitch Zeller, direttore del Centro per i prodotti del tabacco della Food and Drug Administration, quando afferma che “commercializzare questi particolari prodotti con le informazioni autorizzate dall’FDA potrebbe aiutare i fumatori adulti dipendenti a lasciare le tradizionali sigarette e a ridurre la loro esposizione alle sostanze dannose”. Ma, sempre secondo i due senatori, “ancor più ambigua appare l’affermazione di Marco Hannappel, presidente e Ad di Philip Morris Italia, quando sostiene che Iqos sia un prodotto fondamentalmente diverso dalle sigarette e pretende di dimostrare che il passaggio completo a questo prodotto ridurrebbe l’esposizione a sostanze chimiche dannose o potenzialmente dannose. Non basta concentrarsi esclusivamente sulla presenza nel prodotto di determinate sostanze, il punto centrale è l’indicazione del rischio, come previsto dal decreto citato e come assolutamente non escluso dalla Fda”.
I firmatari dell’interrogazione concludono chiedendo al ministro Speranza come “intenda procedere per garantire una corretta informazione a tutti i consumatori: sia i consumatori adulti che vengono coinvolti nel passaggio dalle sigarette tradizionali alle Iqos, sia i più giovani indotti a fumare direttamente le Iqos nella falsa convinzione che nuocciano meno alla salute”. Non sappiamo se e quando risponderà Speranza. Ma quando lo farà, sarà certamente sua cura ricordare a Binetti che la vendita di tabacco e le sigarette elettroniche in Italia è rigidamente regolamentata; l’intera filiera è governata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; l’acquisto di entrambi i prodotti è vietato ai minori di 18 anni; la pubblicità di tutti i prodotti del tabacco è vietata. Un mercato, insomma, che non può in alcun modo essere paragonato a quello statunitense dove, oltretutto, le regole cambiano di Stato in Stato, da contea a contea.

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