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“Il patentino per i negozianti di sigarette elettroniche? Serietà, competenza e cortesia”

L'intervento di Antonella Panuzzo, presidente dell'associazione UniEcig che tutela degli esercenti italiani di sigarette elettroniche, in occasione del World Vaping Day

In occasione della giornata mondiale del vaping che si è tenuta lo scorso 30 maggio, l’associazione italiana dei consumatori di ecig ha organizzato una maratona oratoria a sostegno degli strumenti di riduzione del danno da fumo. Al microfono di Anna Corbosiero, vicepresidente Anpvu, si sono alternate le personalità di riferimento del settore. Di seguito pubblichiamo quello di Antonella Panuzzo, presidente dell’associazione UniEcig che rappresenta gli esercenti italiani di sigarette elettroniche

Ci spieghi cosa è UniEcig e chi rappresenta?
Intanto grazie per l’organizzazione di questa splendida giornata, molto importante per noi addetti al mondo dello svapo. UniEcig è l’associazione nazionale dei rivenditori di e-cig in Italia e si occupa appunto di riunire rappresentare e tutelare gli esercenti, diffondere quanto più possibile il vaping in Italia e delle varie tematiche e problematiche ad esso inerenti.

Che cosa pensate voi negozianti di questa giornata? Alcuni negozianti hanno fatto presente che le manifestazioni per questa giornata dovrebbero essere gestite dalle associazioni di settore.
Queste sono tematiche che in realtà sono trattate ogni giorno normalmente in ogni negozio di sigarette elettroniche che tale voglia definirsi. Il primo approccio che il fumatore, perché da noi entrano prevalentemente i fumatori, avrà con il rivenditore di e-cig sarà proprio un supporto nella cessazione dal fumo, previo passaggio alle e-cig; quindi il negoziante in realtà negli anni ha acquisito un’esperienza sul campo e molto spesso è egli stesso un ex fumatore passato al vaping. Il fumatore al suo ingresso in questo mondo è alquanto disorientato, quindi le prime domande che pone al negoziante riguardano proprio la riduzione del danno. In maniera spicciola: “Fa male? Quanto fa meno male? Come la devo utilizzare? Ma è vero che potrebbe succedere questo?”. Quindi il negoziante risponde a una serie di quesiti che gli vengono posti, in cui la riduzione del danno è sempre il tema centrale. Che poi le associazioni si debbano occupare di promuovere la riduzione del danno è vero e quotidianamente facciamo anche questo, ma certamente non possono andare all’interno del singolo negozio per approfondire questa tematica. Il fatto che debbano essere le associazioni a promuovere queste iniziative è sacrosanto e infatti è un’associazione che lo promuove in questo momento in Italia, l’associazione dei consumatori che ne ha ben diritto e noi non possiamo che aderire a questa iniziativa ed essere ben contenti di ciò.

Però l’associazione consumatori non ha i fondi per promuovere iniziative più importanti.
Io credo che si possa promuovere un’iniziativa del genere anche tutti insieme, riunendo le forze come è stato spesso fatto. UniEcig ha collaborato in varie iniziative con Anpvu e anche con l’associazione dei produttori, quindi credo che il settore sia ormai abbastanza maturo da superare questa territorialità e riuscire a collaborare, dove gli interessi lo consentano. Non dimentichiamo che spesso consumatori, produttori ed esercenti hanno delle priorità differenti. Però quando si parla della diffusione di un messaggio positivo sul vaping, l’intelligenza vuole che noi collaboriamo in modo pacifico e sereno, come deve essere.

Si continua a parlare di una richiesta, soprattutto da parte dei consumatori, di una sorta di patentino per i negozianti; secondo te è auspicabile ed è possibile una cosa del genere?
Se fosse un patentino di serietà e quindi di affidabilità del negozio, ben venga. Al momento noi abbiamo una sorta di patentino che ci è stato calato dall’alto; ovviamente sto parlando dell’autorizzazione dei Monopoli di Stato che è stata molto mal vista da noi e purtroppo è necessaria e indispensabile. Per quanto riguarda un patentino, se concerne appunto dei requisiti di affidabilità ben venga, altro patentino non mi viene in mente. Ci sono tantissime regole e normative ormai nel settore di vendita delle e-cig, quindi c’è già una struttura e siamo pieni di normativa. Non auspico una gabbia, ma è indispensabile e necessario il rispetto di quanto è già in vigore e la serietà da parte dei negozianti. Devo dire che la maggior parte dei negozianti che è sopravvissuta durante questi anni ha sia l’esperienza, sia la serietà per lavorare nel migliore dei modi. Noi ci confrontiamo quotidianamente con esercenti che sanno fare bene il proprio lavoro. Ovviamente come in tutte le realtà c’è sempre diciamo la cosiddetta pecora nera, ma ci vantiamo dia avere dei negozianti bravi e che sanno svolgere al massimo il loro lavoro.

Secondo te qual è il futuro dei negozianti in Italia?
Considerate le ultime guerre che ci sono state fatte come settore, ritengo che per i negozi sia importante avere un bacino di utenza abbastanza largo. Quindi consiglio a chi sta pensando di avviare una nuova attività in questo settore come negozio fisico, di valutare bene il bacino di utenza a cui si rivolge. Mentre all’inizio delle nostre attività, nel 2012, era più facile, adesso c’è molta più consapevolezza tra i consumatori e negli ultimi anni lottiamo molto spesso con i media, che svolgono un ruolo essenziale nella diffusione di alcuni messaggi che ci sono di ostacolo. Quindi dobbiamo considerare sempre un bacino di utenza che ci permetta di sopperire alla carenza di nuovi utenti, di nuova gente che vuole passare alla sigaretta elettronica. Chi vuole avviare una attività del genere, deve rendersi conto di quanti negozi esistono già in quel territorio, senza credere di essere più bravo di quelli che già ci sono. Altrimenti con l’apertura di un nuovo negozio si finisce per dividersi la stessa clientela. Fin quando non ci saranno delle serie e reali politiche a favore della sigaretta elettronica e la comunità scientifica non parlerà bene di questo strumento di riduzione del danno, avremo sempre delle sofferenze. Quindi a chi vuole iniziare un’attività del genere consigliamo sempre di studiare bene la situazione in cui vuole agire.

Come associazione di negozianti non potete sollecitare i medici a fornirvi di una mini brochure informativa per agevolare lo sdoganamento dell’idea di mezzo di riduzione del danno, cosicché non dobbiate neanche spendere tempo con ogni cliente?
Negli anni ci sono state delle iniziative del genere. Ci sono stati anche degli studi svolti all’interno dei negozi. Nel 2015, se non erro con Life abbia fatto uno studio con il professor Polosa in cui sono stati coinvolti una trentina di negozi e da lì si è tirato fuori anche un dépliant informativo. In realtà la comunità scientifica non è compatta e una parte molto esigua segue la sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno. Quindi credo che una delle prime azioni da fare sia proprio quella di riuscire a coinvolgere buona parte della comunità. Insisto molto invece sul fatto che il negoziante ha un’esperienza fatta sul campo, molto spesso è un ex fumatore, è passato pure lui dalle difficolta della cessazione del fumo. Questo aspetto psicologico, il rapporto fiduciario che si crea tra il negoziante e l’ex fumatore, è molto importante ed è quello che lega l’ex fumatore a un negozio fisico. Perché, diciamo la verità, il negozio fisico ti fornisce subito il prodotto, il negoziante ti sa consigliare al meglio secondo la tua necessità. Questo di per sé è un valore aggiunto rispetto ad un online, che è tutt’altro tipo di vendita, anche quella rispettabilissima, che però si rivolge generalmente a un consumatore più consapevole.

Tratto dalla rivista Sigmagazine #21 giugno-luglio 2020

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