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Prodotti del tabacco a rischio ridotto, è scontro tra Stati Uniti e OMS

L'Organizzazione mondiale di sanità prende le distanze dalla decisione dell'Fda di aver introdotto il principio di "rischio modificato". Però aggiunge: "Gli Usa non fanno parte della Convenzione quadro sul tabacco".

I riscaldatori di tabacco dividono Stati Uniti e Organizzazione mondiale della sanità. A poche settimane dal riconoscimento della Food and drug administration dei riscaldatori come prodotti a rischio modificato – ovvero, sprigionano minori tossicità rispetto alle sigarette tradizionali – l’Oms pubblica una posizione del tutto opposta, ricordando agli Stati membri i loro obblighi in materia di tabacco ai sensi della Convenzione quadro sul controllo del tabacco (Fctc) proprio in relazione ai prodotti a tabacco riscaldato (Hnb).
I riscaldatori sono prodotti del tabacco, il che significa che la Fctc dell’Oms si applica pienamente a questi prodotti”. Obbliga cioè i Paesi a vietare “tutte le forme di pubblicità, promozione e sponsorizzazione del tabacco che promuovono un prodotto del tabacco con qualsiasi mezzo che sia falso, fuorviante o ingannevole o che possa creare un’impressione errata sulle sue caratteristiche, effetti sulla salute, pericoli o emissioni”.
L’Oms afferma che la riduzione dell’esposizione a sostanze chimiche nocive nei prodotti Hnb non li renderebbe innocui, né si tradurrebbe in una riduzione del rischio per la salute umana. “In effetti, alcune tossine sono presenti a livelli più alti negli aerosol degli Hnb rispetto al fumo di sigaretta convenzionale e ci sono alcune tossine aggiuntive che non sono presenti nel fumo di sigaretta convenzionale“. L’organizzazione afferma inoltre che le implicazioni per la salute dell’esposizione ai prodotti Hbn sono attualmente sconosciute. Con grande onestà, l’Oms conclude il proprio statement specificando che “gli Stati Uniti non è parte della Convenzione quadro dell’Oms sul controllo del tabacco“. Il punto è proprio questo: la presa di posizione dell’Oms appare una risposta al provvedimento adottato da un Paese non membro della Convenzione quadro sul tabacco. Le recenti tensioni tra l’amministrazione Trump e l’Organizzazione mondiale della sanità a traino cinese in materia di finanziamenti hanno probabilmente ravvivato contrasti che sino ad ora erano rimasti sopiti. La scelta statunitense sui riscaldatori di tabacco è una mossa che tende ad avvicinare il riconoscimento del principio del rischio ridotto nel mondo del tabacco. Cosa che l’Oms non accetta, così come, a cascata, non è accettata neppure dall’Istituto superiore di sanità. Per il momento il mondo della sigaretta elettronica è un osservatore interessato: se i riscaldatori beneficeranno dello status di “prodotti a rischio ridotto” non potranno che giovarne anche i vaporizzatori. Al contrario, se il principio non venisse riconosciuto allora si aprirebbe uno scenario a dir poco fosco. Perché tutti gli Stati aderenti al Fctc, e l’Italia sicuramente non si tirerà indietro, avranno gioco facile a far di tutta l’erba un fascio, gettando nello stesso calderone l’aspetto sanitario con quello fiscale, equiparando cioè in tutto e per tutto la sigaretta elettronica con quella tradizionale.

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