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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 19 al 25 luglio

Uno studio britannico su dati Usa trova che l'e-cig allontana dal fumo i minori vulnerabili, mentre in Canada si rivelano errati i dati che allarmavano sull'effetto gateway. Il Regno Unito valuta se aiutare con il vaping i senzatetto. In Usa il proibizionismo fa volare il mercato nero e l'Fda impone la rimozione di alcuni prodotti dal mercato.

Usa/Gran Bretagna – Studio: l’e-cig salva dal fumo gli adolescenti vulnerabili
L’utilizzo della sigaretta elettronica allontana dal fumo di tabacco gli adolescenti più vulnerabili. È il risultato di uno studio pubblicato su Tobacco Control e condotto da tre ricercatori dello University College di Londra: Lion Shahab, Emma Beard e Jamie Brown. Finanziato da Cancer Research UK, si intitola “Association of initial e-cigarette and other tobacco product use with subsequent cigarette smoking in adolescent: a cross-sectional matched control study”. È stato condotto negli Stati Uniti sulla base di un insieme di dati ufficiali dal 2014 al 2017 sulla prevalenza dell’uso dei prodotti del tabacco da parte dei minori fornito dai Centres for Disease Control and Prevention (Cdc). Dai risultati emersi, meno dell’1% dei minori che aveva usato l’e-cig come primo prodotto era in seguito diventato fumatore. Detto diversamente, i vaper avevano il 26% di probabilità in meno di iniziare a fumare rispetto a quelli che consumavano prodotti a combustione diversi dalle sigarette. Sigmagazine ha approfondito i risultati di questa ricerca.

Studio: la sigaretta elettronica allontana dal fumo gli adolescenti vulnerabili

 

CanadaErano errati i dati dello studio che allarmava sull’effetto gateway
Non sono tempi facili per i fautori della teoria dell’effetto gateway. Un altro studio che la sosteneva viene smentito. Si tratta di una ricerca condotta da studiosi canadesi, americani, australiani e inglesi sotto il coordinamento di David Hammond dell’Università di Waterloo in Canada, che affermava la convinzione della sigaretta elettronica come anticamera del fumo. Un pericolo soprattutto per i giovanissimi, tra i quali secondo lo studio era aumentata la prevalenza degli svapatori così come dei fumatori. Ma le rilevazioni erano errate. A dirlo, con un anno di ritardo, è stato lo stesso Hammond, che ha ammesso i suoi errori di calcolo. Lo studio originale riportava che fra il 2017 e il 2018 il tasso dei fumatori canadesi nella fascia di età presa in considerazione era aumentato dal 10,7% al 15,5%. Adesso i ricercatori hanno rivisto quel dato e il 15,5% è diventato 10. Cioè fra il 2017 e il 2018 in Canada i giovani fumatori erano diminuiti dello 0,7%. Dettagli e commento nell’articolo di Sigmagazine.

Ricercatori fanno dietrofront: “Sigaretta elettronica non introduce i giovani al fumo”

 

RussiaGiro di vite sul vaping: limitazioni all’uso di e-cig e alla presenza nei filmati
Il parlamento russo ha adottato un disegno di legge che limita l’uso di sigarette elettroniche e narghilè. Restrizioni sono previste in diverse aree pubbliche e locali al chiuso, mentre viene vietato l’utilizzo di strumenti elettronici per il vaping in alcuni filmati dedicati sia al pubblico giovanile che adulto. Giro di vite anche per la vendita di tali prodotti in alcune circostanze, così come per i minori, mentre altre misure puniscono il coinvolgimento nello svapo dei bambini. Introdotto un tariffario di sanzioni piuttosto salate per chi dovesse trasgredire le nuove disposizioni.

Gran BretagnaStudio di fattibilità per distribuzione di e-cig ai senzatetto
Il tasso di fumatori nel Regno Unito è in calo, ma non nella fascia della popolazione più disagiata: quella dei senza tetto. Tra di essi si registra un tasso quattro volte più alto rispetto a quello del resto della popolazione. La distribuzione di sigarette elettroniche potrebbe abbassare la quota dei fumatori anche in questa categoria. Lo sostiene uno studio di fattibilità intitolato “A cluster feasibility trial to explore the uptake and use of e-cigarette versus usual care offered to smokers attending homeless centers in Great Britain”, realizzato da un gruppo di scienziati britannici che conta molti nomi noti della ricerca sul vaping. I risultati dello studio sono molto incoraggianti a fronte di una spesa media per ogni paziente che ha utilizzato l’e-cig contenuta: 114 sterline, compresa la formazione per lo staff del centro. Tutti i dettagli nell’approfondimento di Sigmagazine.

Sigaretta elettronica, una speranza anche per i fumatori più sfortunati

 

UsaIl proibizionismo del Massachusetts fa volare il mercato nero
Accade in ogni luogo in cui le misure protezionistiche prendono di mira i prodotti del vaping: si riduce il mercato legale a tutto vanmtaggio del contrabbando del mercato nero. Dopo l’India anche nello Stato statunitense del Massachusetts si sta assistendo allo stesso fenomeno (e gli Usa avrebbero dovuto imparare dalla loro stessa storia del secolo scorso). Le autorità hanno imposto un divieto quasi totale sulla vendita di liquidi aromatizzati, lasciando la possibilità solo a negozi per fumatori autorizzati dallo Stato con un’imposta monstre del 75% (le sigarette di tabacco sono tassate al 40%). Risultato? Quello atteso da tutti: vendite legali crollate e boom del mercato parallelo. Proprio nel Paese che ha sperimentato l’emergenza delle malattie polmonari a causa di liquidi al Thc smerciati sul mercato nero, una tale mossa appare inspiegabile.

UsaLa Fda intima a dieci aziende di ritirare i prodotti non autorizzati
Dopo l’avvio della procedura di registrazione per la vendita di prodotti del tabacco e del vaping, la Food and Drug Administration ha iniziato la fase di controllo e già cadono le prime teste. A dieci aziende è stato infatti imposto di rimuovere dal mercato le loro sigarette elettroniche usa e getta aromatizzate e i liquidi con gusti o packaging attraenti per i giovani. Dalla Fda si fa sapere che non vi saranno aperture e che il monitoraggio sarà serrato. L’autorizzazione statunitense comporta una spesa milionaria e la produzione di migliaia di pagine di documentazione allagata. Molte aziende piccole e medie non hanno le risorse per affrontare il percorso dell’autorizzazione e rischiano seriamente di uscire dal mercato. Nell’articolo di Sigmagazine tutti i dettagli su quel che sta avvenendo sul mercato statunitense.

Sigarette elettroniche, l’Fda fa sul serio: “Non si vende senza autorizzazione”

 

Gran BretagnaDivieto di fumo e svapo sui marciapiedi dei pub, a York ci stanno pensando
Si accende il conflitto fra autorità locali e governo nel Regno Unito. Local Government Association (Lga), l’organo nazionale di appartenenza per le autorità locali, caldeggia l’ipotesi che i comuni adottino divieti di fumo e svapo sui marciapiedi utilizzati da pub e ristoranti per disporre i tavolini all’aperto, con la creazione di specifiche aree per non fumatori e non svapatori distanziate di due metri, almeno laddove possibile. Il governo nazionale, dal canto suo, ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di occuparsi di questo problema. Ma, secondo organi di stampa locale, le autorità cittadine di York, nel nord dell’Inghilterra, stanno valutando l’ipotesi di inserire un simile meccanismo di tutela per chi non fuma e svapa nelle clausole di concessione per l’occupazione delle aree pedonali da parte di esercenti della gastronomia.

Gran BretagnaLa paura del virus ha convinto 300 mila fumatori ad abbandonare la sigaretta
Secondo una stima di Action On Smoking & Health (Ash), un’associazione globale di gruppi di sostegno alle politiche anti-fumo, nel Regno Unito almeno 300mila persone hanno smesso di fumare con successo a causa delle crescenti preoccupazioni per il covid-19 e per il presunto aumento del rischio per i fumatori correlato al virus. Altre 550mila hanno provato a smettere e quasi 2 milioni e mezzo di fumatori hanno comunque ridotto la quantità di sigarette consumate. Le stime si basano sui risultati della sezione britannica della task force internazionale dei localizzatori covid-19 di YouGov. Secondo gli autori, nuove prove evidenzierebbero che i fumatori ricoverati in ospedale con il coronavirus hanno un rischio più elevato rispetto ai non fumatori di esiti gravi della malattia.

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