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Revisione Tpd, sigarette elettroniche: la Commissione europea interpella i consumatori

Tra le richieste avanzate: innalzare il limite massimo di nicotina; abolire il limite della capienza massima degli atomizzatori; scindere la normativa tra prodotti tradizionali e prodotti a rischio ridotto.

Cancellare l’obbligo del limite massimo di nicotina a 20 milligrammi per millilitro; nessun limite di capienza per gli atomizzatori delle sigarette elettroniche; abolire il vincolo dei 10 millilitri per i flaconi di liquido di ricarica contenenti nicotina; aprire il mercato europeo allo snus.
Sono i principali punti che i consumatori europei di sigarette elettroniche riuniti sotto la sigla Ethra avanzeranno alle istituzioni europee in fase di revisione della Direttiva tabacchi e prodotti liquidi da inalazione.
L’iter di riscrittura è già stato avviato: al momento si è nella fase di consultazione delle associazioni maggiormente rappresentative. Ethra riunisce 21 associazioni in rappresentanza di 16 Stati europei. Per l’Italia c’è Anpvu, l’associazione presieduta da Carmine Canino.
La Commissione europea in questi giorni sta contattando telefonicamente i rappresentanti associativi della filiera del vaping per mettere agli atti le loro opinioni e posizioni. Ethra a livello europeo e Anpvu a livello italiano si sono fatti portavoce di alcune istanze a nome dei consumatori di sigarette elettroniche.
Il principio di fondo che guida l’azione di Ethra è ben chiaro: le normative sui nuovi prodotti del tabacco dovrebbero essere basate sul rischio potenziale in rapporto alle sigarette tradizionali, non sulla presenza o meno di nicotina. “È impossibile – commentano i rappresentanti dei consumatori – valutare la politica dell’Unione europea sullo svapo e altri prodotti a basso rischio, senza fare riferimento all’effetto che queste politiche hanno sul fumo. Regolamenti inappropriati che rendono i prodotti a base di nicotina vaporizzabile forse più sicuri ma certamente meno desiderabili, più scomodi e costosi da usare per gli adulti”.
Il limite dei 10 millilitri, spiega ancora Ethra, ha portato a una stortura del mercato. Le aziende hanno trovato soluzioni alternative – aromi, liquidi scomposti – per evitare la notifica europea e utilizzare meno plastica. Ethra, infine, auspica che prima ancora di metter mano alle norme tecniche, la Commissione rediga un nuovo glossario (articolo 2 della Tpd) con le definizioni aggiornate. In conclusione, l’auspicio dei consumatori europei è che “il legislatore arrivi alla conclusione che i prodotti più sicuri dovrebbero essere regolati in modo diverso rispetto ai prodotti del tabacco tradizionale. Se i prodotti a base di nicotina più sicuri devono coesistere con prodotti combustibili nell’ambito della stessa direttiva, dovrebbero esserci due categorie ben distinte: una per i prodotti del tabacco e una per tutti i prodotti senza combustione che sono molto meno dannosi per la salute”. In sostanza, la discriminante non dovrebbe essere la presenza o meno di nicotina, ma la differenza di rischio tra i prodotti tradizionali e quelli innovativi e senza combustione come le sigarette elettroniche.

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