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Sono più che raddoppiati gli utilizzatori di sigaretta elettronica in Australia, nonostante la posizione apertamente ostile del governo e del Ministero della salute allo strumento di riduzione del danno. In base al rapporto triennale dell’Istituto per la salute e il benessere, il National Drug Strategy Household Survey 2019 – che però usa parametri un po’ ampi e classifica come “utilizzatore attuale” chi ha svapato almeno una volta nell’anno percedente, i vaper nel Paese sono passati dall’1,2% del 2016 al 2,5 del 2019. In numeri assoluti, i consumatori erano 240 mila e, tre anni dopo, sono diventati 520 mila. La notizia positiva, che fa il paio con l’aumento degli svapatori, è la diminuzione dei fumatori, che passano dal 12,2% del 2016 all’11 del 2019. Numeri che, sebbene inferiori alla maggior parte dei Paesi occidentali, dimostrano come si difficile fermare l’avanzata della sigaretta elettronica, considerando che in Australia è illegale la vendita di liquidi per la vaporizzazione con nicotina, i consumatori sono costretti a ordinarli dall’estero e il governo intende rendere l’importazione ancora più complicata, se non potenzialmente impossibile.
Chi sono i vaper australiani? Il 54% di loro ha provato la sigaretta elettronica per curiosità. Il 32% usa l’e-cigarette per smettere di fumare e il 17,8 per non tornare al fumo tradizionale. Il 22%, invece, dichiara di svapare per diminuire il numero di sigarette di tabacco fumate. Il 23% ritiene che le sigarette elettroniche siano meno dannose del fumo (un dato in crescita dal 19,2% della precedente rilevazione) e il 16,1 che abbiano un sapore migliore delle sigarette tradizionali (era il 10% nel 2016). Infine, il 17,1% le utilizza perché costano meno rispetto a quelle convenzionali. Gli svapatori che non hanno mai fumato sono lo 0,7%. Di questi solo il 39% svapa quotidianamente, mentre gli altri ne fa un uso incostante e poco frequente.
Fra gli svapatori, la sigaretta elettronica ha la sua massima diffusione fra le fasce di età comprese fra 18-24 anni (18,7%) e 25-29 anni (13,7%). Cala poi sotto il 10% con l’aumentare dell’età, fino ad arrivare al 2,5% degli ultrasettantenni. Discorso a parte meritano i dati relativi ai minori. Nelle scorse settimane i media australiani avevano rilanciato la notizia di una crescita esponenziale dell’uso della sigaretta elettronica fra i 14-17enni. Non era vero. Come si era diffuso questo dato, lo spiega James Purtill dalle colonne di Abc: “Le redazioni hanno ricevuto un comunicato stampa che in seguito è stato corretto, ma ormai era troppo tardi: gli articoli erano già stati pubblicati. Succede di sbagliare (anche se in alcuni casi gli articoli non sono ancora stati corretti). Bisognerebbe, però, chiedersi come qualcuno abbia potuto credere che due terzi degli adolescenti svapassero. Il fatto è che l’interpretazione errata dell’indagine si adattava bene alla narrazione dell’epidemia”.
La reale percentuale degli adolescenti che ha usato la sigaretta elettronica almeno una volta nell’anno precedente è l’1,8, dato lontanissimo dall’allarmante 65% rilanciato dalla stampa e che, secondo la professoressa Coral Gartner, a capo del Nicotine & Tobacco REgulatory Science Research Group della University of Queenland, non giustifica nessun tipo di panico. “Nessuno – ha dichiarato a Purtill – vuole che i minori usino sostenze, ma bisogna essere onesti nell’interpretazione dei dati”. “Dovremmo limitare l’accesso – conclude Gartner – al prodotto con nicotina che causa il maggior danno in Australia: la sigaretta di tabacco”.