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Tra Stati Uniti e Australia è in corso una guerra riscaldata. Nulla a che vedere con quella fredda contro l’Unione Sovietica. Al centro della tenzone è il giudizio sui prodotti che vaporizzano la nicotina o riscaldano il tabacco. Dal prossimo anno i consumatori australiani non potranno più acquistare liberamente le sigarette elettroniche o i riscaldatori di tabacco ma dovranno esclusivamente richiedere la prescrizione medica. Anche per questo la Therapy Goods Administration (TGA) in Australia ha respinto la richiesta di Philip Morris di poter distribuire e vendere il prodotto del tabacco riscaldato. Il ministro della Salute Greg Hunt avrebbe voluto implementare il divieto a partire dall’1 luglio di quest’anno ma poi è stato rinviato all’inizio del 2021 per consentire a coloro che hanno utilizzato sigarette elettroniche con nicotina di avere il tempo per ottenere le prescrizioni mediche e, nella speranza del governo, porre rapidamente fine alla dipendenza da nicotina. Il divieto consentirebbe l’importazione di vaporizzatori di nicotina e di sigarette elettroniche solo su prescrizione medica.
La posizione australiana stride invece con quanto stabilito qualche settimana fa dalla Food and drug administration che ha riconosciuto al nuovo prodotto del tabacco una sensibile riduzione del danno da fumo. Gli esperti dell’agenzia hanno infatti classificato i riscaldatori di tabacco come “prodotti a rischio modificato”. Al contrario, i consulenti australiani hanno invece evidenziato che esistono “significativi problemi di sicurezza con i prodotti a base di tabacco riscaldato“.
Non si è fatta attendere la reazione di Philip Morris, per voce dell’ad Tammy Chan: “Uno studio dopo l’altro mostra che i prodotti senza fumo non generano fumo. Sebbene non privi di rischi, sono un’alternativa molto migliore per i fumatori adulti che altrimenti continuerebbero a fumare sigarette tradizionali. È ora che le autorità australiane riconoscano che molti fumatori adulti continueranno a fumare sigarette, il modo più dannoso di consumare nicotina, a meno che il governo non ripensi la sua politica di controllo del tabacco”. I riscaldatori di tabacco e le sigarette elettroniche sono prodotti di libera vendita in sessantasette Paesi.