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I liquidi per sigarette elettroniche hanno proprietà antibatteriche

“Nel nostro studio - spiega Massimo Caruso, ricercatore Coehar - abbiamo dimostrato che, anche nella loro forma liquida, questi composti mantengono una certa azione battericida".

Il propilenglicole (PG), noto anche come 1,2-propandiolo, e il glicerolo vegetale (VG) noto anche come 1,2,3-propantriolo, ampiamente utilizzati nei dispositivi delle sigarette elettroniche, si sono rivelati estremamente efficaci come battericidi. Il PG è un composto utilizzato principalmente per solubilizzare aromi e nicotina mentre il VG per aumentare la densità dell’aerosol prodotto. “Il nostro studio conferma effetti noti già da tempo sul PG e VG, ossia i loro effetti antimicrobici. Il PG vaporizzato, infatti, era già usato oltre 50 anni fa come disinfettante in ambienti sanitari, mentre il VG è tutt’oggi impiegato come antibatterico in molti preparati alimentari e farmacologici” – spiega Massimo Caruso, autore dello studio e già coordinatore di Replica, uno dei progetti di ricerca più importanti del CoEHAR che ha l’obiettivo di replicare gli studi condotti sulla sigaretta elettronica in maniera del tutto indipendente. “Nel nostro studio – continua Caruso – abbiamo dimostrato che, anche nella loro forma liquida, questi composti mantengono una certa azione battericida. Inoltre si evidenzia come sia da non trascurare l’effetto che i flavors, anche vaporizzati, possono avere su diverse specie batteriche, soprattutto in associazione con la nicotina”.
Per la ricerca sono stati utilizzati sette tipi di ceppi batterici come la Klebsiella pneumoniae, Staphylococcus aereus, Pseudomonas aeruginosa, Acinetobacter baumannii, Escherichia coli, Enterococcus faecalis e Sarcina lutea, per valutare l’attività antimicrobica dei liquidi. Le valutazioni sono state eseguite su quattro tipi di liquidi per sigarette elettroniche presenti in commercio con o senza aromi, due dei quali con nicotina (18 mg/mL) e due senza nicotina. Tutte le formulazioni avevano una base di PG e VG (50:50). I componenti aromatici addizionali utilizzati per lo studio erano mentolo, vanillina, trans-anetolo ed eucaliptolo. Nella maggior parte dei casi, il valore della concentrazione battericida minima è stato uguale al valore della concentrazione inibitoria minima fino a concentrazioni pari al 6,25% v/v, confermando la tesi di partenza. Il test di vitalità nelle cellule polmonari umane A549 ha anche mostrato una inibizione dose-dipendente della crescita cellulare, fornendo importanti evidenze per nuovi approcci investigativi per chiarire la diversa sensibilità anche delle  cellule umane oltre che delle culture batteriche ai liquidi presenti nelle sigarette elettroniche ed ai componenti di nicotina e aromi.
“È importante sottolineare come il nostro studio non sia direttamente correlato al normale uso della sigaretta elettronica, ma stiamo già lavorando per esplorare gli effetti sui ceppi batterici degli stessi prodotti aerosolizzati dai dispositivi elettronici di uso comune” sottolinea Virginia Fuochi, ricercatrice per il Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche dell’Università di Catania.
I risultati finali della ricerca hanno infatti dimostrato come gli aromi presenti nei liquidi delle sigarette elettroniche aumentino notevolmente l’attività antibatterica di PG e VG e come gli aromi analizzati in questo studio abbiano lavorato in sinergia con la nicotina mostrando attività antiossidante.
Sebbene sia solo uno studio preliminare – ha aggiunto Fuochi – esso fornisce prove importanti che dovrebbero essere considerate in ulteriori approcci investigativi. Sono infatti necessari ulteriori studi con modelli più complessi che utilizzano il vapore di sigaretta elettronica e che dovrebbero includere l’esposizione di ceppi batterici e cellule umane su campioni di ex-fumatori e utilizzatori di sigarette elettroniche”.
qualche anno fa, il compianto professor Robert Molimard, pubblicò un lungo articolo sulla rivista cartacea di Sigmagazine che analizzava le potenzialità del glicole e della glicerina vaporizzati per prevenire da infezioni e virus. Ora, co la ricerca Coehar, è stato fatto un ulteriore passo in avanti.

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