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Tpd, sigarette elettroniche: alleanza nordica chiede flacone neutro e aromi vietati

In vista della revisione della Direttiva, tra le misure suggerite alla Commissione: divieto di aromatizzare i liquidi per sigaretta elettronica, confezioni dei liquidi senza immagini o scritte e nessuna insegna o manifesto nelle vetrine dei negozi.

Divieto di aromatizzare i liquidi per sigaretta elettronica, confezioni dei liquidi senza immagini o scritte e nessuna insegna o manifesto nelle vetrine dei negozi. Sono le tre principali richieste inoltrate alla commissione europea da 25 tra associazioni e organismi europei che si occupano di sanità a differenti livelli. A breve, infatti, si dovrà rimettere mano alla Direttiva europea sui tabacchi e prodotti liquidi da inalazione (Tpd) che regola la produzione e vendita di sigarette e prodotti liquidi da inalazione. Dopo la versione del 2014 relativamente restrittiva, sia dal punto di vista dei consumatori che da quello dell’industria di produzione e della filiera di distribuzione, la revisione in calendario per il prossimo anno desta qualche preoccupazione. Sono soprattutto i Paesi nordici a farsi da portavoce delle istanze più proibitive: Olanda e Danimarca su tutti. Quest’ultima, in particolare, già a maggio aveva chiesto di introdurre più divieti possibili per tutelare i minori e per interrompere la “scalata commerciale del dispositivo analogo al fumo“. Ed è di pochi giorni fa (precisamente del 9 settembre) la lettera spedita dalla Danish Cancer Society (DCS) e controfirmata da altre 24 organizzazioni europee, per esortare la Commissione “ad adottare controlli più severi sulle sigarette elettroniche, in particolare a tutela dei giovani”. Nella lettera si porta ad esempio la volontà del governo danese di “vietare l’esposizione di prodotti da svapo nei punti vendita; promulgare divieti pubblicitari più severi; implementare un sistema di confezionamento neutro per le sigarette elettroniche; vietare tutti i gusti negli e-liquid, ad eccezione di tabacco e mentolo; punti vendita contingentati e sotto stretto controllo statale”. La lettera non è firmata da alcun rappresentante italiano ma – seconda in ordine di visualizzazione – appare invece la European Respiratory Society, la stessa salita alla ribalta delle cronache negli scorsi giorni per aver presentato al proprio congresso una ricerca di dubbia derivazione indipendente.
La linea nordica vorrebbe dunque affossare uno strumento che negli ultimi anni ha consentito ad oltre 40 milioni di persone in Europa di smettere di fumare. Un dato che il decisore dovrà necessariamente tenere in considerazione prima di scrivere norme avventate che causerebbero danni forse irreparabili nella salute pubblica e nella ormai decennale lotta contro il fumo.

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