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Tpd, consumatori critici sul parere dello Scheer sulle sigarette elettroniche

L'italiana Anpvu e l'internazionale Wva chiedono alla Commissione di tenere conto del principio di riduzione del danno da fumo.

Arrivano dalle associazioni dei consumatori le prime voci critiche sul parere preliminare sulle sigarette elettroniche del Scientific comittee on health, environmental and emerging risks (Scheer). Il documento, attualmente aperto ai commenti del pubblico, è stato richiesto al Comitato dalla Commissione europea in vista della revisione della Direttiva europea sui prodotti del tabacco, Tpd, che si applica anche ai prodotti del vaping. È dunque molto importante, perché contribuirà a elaborare la futura normativa a cui tutti i Paesi membri dell’Unione europea, quindi anche l’Italia, dovranno uniformarsi.
Inaccettabile, paradossale ed assurdo il parere espresso dallo Sheer sulle sigarette elettroniche in quanto ignora i numerosi studi a sostegno del vaping che dimostrano che i cittadini possono ridurre le loro probabilità di contrarre il cancro apportando cambiamenti nello stile di vita, tra cui certamente smettere di fumare è considerato il più importante”, commenta Carmine Canino, presidente dell’Associazione nazionale per i vapers uniti (Anpvu), che raccoglie i consumatori italiani. “Molti fumatori hanno smesso con successo usando i prodotti Tobacco harm reduction – continua Canino – È dimostrato che tra questi prodotti, nello specifico i vaporizzatori personali (e-cig), sono più efficaci delle terapie sostitutive della nicotina comunemente conosciute e devono il loro successo al fatto che, pur non creando il trauma del distacco netto dalle abitudini di un tabagista, sono molto meno dannosi per la salute rispetto all’utilizzo di tabacco combusto e permettono di scalare liberamente l’assunzione di nicotina nel tempo, sino a liberarsene del tutto”.
Di tenore simile il commento di Michael Landl, direttore della neonata ma molto attiva World Vapers’ Alliance (Wva). “Il parere preliminare ignora una vasta fascia di prove scientifiche a sostegno del vaping e la chiara evidenza fornita da milioni di cittadini europei che hanno smesso di fumare grazie alle sigarette elettroniche”. Per esempio, spiega Landl, la revisione indipendente di Public Health England, l’agenzia operativa del Ministero della salute britannico, che stima la minore dannosità delle sigarette elettroniche rispetto al tabacco al 95% e le ritiene uno strumento che può aiutare i fumatori a smettere. “Il parere dello Scheer – continua il direttore di Wva – si limita a denigrare i consumatori e le sigarette elettroniche, basando gran parte delle sue conclusioni su evidenze che, per sua stessa ammissione, sono deboli o moderate. Basarsi su questo documento per limitare o vietare le e-cigarette costerà vite umane”.
Preoccupazione, quella per i fumatori e le loro possibilità di liberarsi dal tabagismo, condivise dal presidente di Anpvu. “Smettere di fumare può essere estremamente difficile – afferma ancora Canino – quindi i Comitati scientifici e gli operatori sanitari dovrebbero consigliare i fumatori su tutti i modi e gli strumenti disponibili per smettere di fumare e comunicare informazioni accurate su tutti i prodotti. I mezzi per la riduzione del danno hanno funzionato per milioni di fumatori, ma pochi professionisti della salute conoscono bene tali prodotti o si sentono sicuri di discuterne. Molti fumatori non hanno ottenuto informazioni valide sui vaporizzatori e sulla percentuale certa di riduzione del danno che è del 95%: un’opportunità, che a nostro avviso, viene sprecata”.
Appello che trova eco nelle parole di Michael Landl: “Chiediamo ai decisori politici di tenere in considerazione i benefici del vaping nella riduzione del danno. Poiché la sigaretta elettronica è molto meno dannosa del fumo, le politiche del futuro dovrebbero operare una distinzione fra le sigarette tradizionali e un prodotto meno rischioso per i consumatori”. Ricordiamo che la consultazione pubblica sul parere preliminare dello Scheer è aperta fino al 26 ottobre e che tutti possono sottoporre i propri commenti.

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