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Australia, l’iter non si ferma: sigaretta elettronica solo con prescrizione

L'agenzia del farmaco fa suo il provvedimento che renderà ancora più difficile svapare con nicotina. I consumatori danno battaglia.

Sarebbe dovuto entrare in vigore lo scorso 1° luglio l’obbligo di prescrizione medica per l’importazione di liquidi per sigaretta elettronica in Australia, annunciato dal Ministro della salute Greg Hunt a metà giugno. Poi il polverone alzato dalle associazioni per la riduzione del danno da fumo e da non pochi parlamentari della sua stessa maggioranza, hanno convinto il ministro a rimandare l’attuazione del provvedimento. Ma non a giungere a più miti consigli.
A dimostrazione che l’iter è tutt’altro che interrotto, arriva oggi una decisione ad interim della Therapeutic Goods Administration (Tga), l’agenzia regolatrice del farmaco australiana, per emendare il Poisons Standard, il documento che classifica medicine e veleni. La modifica proposta prevede che le sigarette elettroniche diventino farmaci importabili solo con ricetta medica ed è ora aperta alla consultazione fino al 6 novembre prossimo. La decisione finale è invece attesa per la fine dell’anno. Ma attenzione, stiamo parlando di importazione, non di semplice acquisto e questo fa una bella differenza, visto che in Australia non si possono vendere liquidi con nicotina.
La procedura alla quale dovranno sottoporsi i consumatori sarà, infatti, la seguente. Il vaper dovrà recarsi dal medico; questo valuterà il paziente e deciderà se prescrivergli la sigaretta elettronica o un’altra alternativa; se avrà scelto l’e-cig, il dottore formulerà la richiesta online alla Tga; questa deciderà se approvare la richiesta; in caso positivo, finalmente il consumatore potrà tornare dal medico e avere la sua ricetta. Ora ha due scelte: ordinare online il suo prodotto con nicotina dall’estero (forniture per non più di tre mesi) – sempre che questa opzione rimanga in vigore – oppure andare in farmacia e incaricare il farmacista di procurargli i prodotti.
Insomma, un percorso complesso e medicalizzato che sembra fatto apposta per seminare ostacoli sulla via del consumatore. E che, secondo l’Australian Tobacco Harm Reduction Association (Athra) “scoraggerà molti fumatori dal passare al vaping, mentre il mercato nero continuerà a prosperare”. Secondo Athra, l’agenzia del farmaco ha perso la grande opportunità di regolamentare i prodotti del vaping. “I consumatori australiani – commentano – meritano standard per la produzione e per la sicurezza, standard sull’etichettatura, avvertenze di sicurezza e flaconi anti-bambino. Non è stata presa nessuna misura per risolvere questi problemi”. I vaper australiani sono pronti a combattere, come ormai fanno da anni; le associazioni invitano a partecipare alla consultazione della Tga, fornendo la propria opinione, e a contattare i rappresentanti politici, spiegando gli effetti dell’introduzione di questa nuova limitazione.

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