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Gran Bretagna – Studio: da Cambridge la conferma, l’ecig riduce (di tanto) i rischi legati al fumo
Ancora uno studio certifica la sigaretta elettronica come strumento molto meno dannoso rispetto a quella tradizionale. È una ricerca comparativa dell’istituto Biochromex di Cambridge che ha identificato e vagliato 3980 pubblicazioni che avevano per oggetto un prodotto contenente nicotina. I prodotti sono stati analizzati in termini di emissioni di tossine e dati epidemiologici, che sono stati combinati su una scala arbitraria da 0 a 100 (rischio da basso ad alto). E se la sigaretta tradizionale raggiunge il livello più alto, 100 punti, quella elettronica si ferma al punteggio di 0,25 (per inciso, stesso punteggio bassissimo ottiene lo snus). La ricerca di Cambridge è dunque un ulteriore passo in avanti nella consacrazione dell’ecig come strumento a rischio (molto) ridotto ed efficace nella lotta contro il fumo.
La sigaretta elettronica stravince il confronto con il tabacco: quasi 100 volte meno dannosa
Unione Europea – Tpd, il Comitato scientifico picchia ancora sul vaping
È stato pubblicato in settimana nella sua versione preliminare il parere del Scientific committee on health, environmental and emerging risks (Scheer) della Commissione europea, richiesto in vista della revisione della Direttiva europea sui prodotti del tabacco, che si occupa anche di sigarette elettroniche. Nelle 117 pagine redatte non vi è alcuna concessione alla riduzione del danno e del rischio, alcuna comparazione con il maggior danno provocato dal tabacco e alcun riferimento all’accettazione dell’ecig da parte dei fumatori come metodo per affrancarsi dal tabacco. Il Comitato scientifico ha dunque ribadito l’orientamento critico nei confronti del vaping già fornito in precedenti occasioni. Per una valutazione molto più dettagliata del parere e per le critiche delle associazioni dei consumatori si rimanda ai due approfondimenti di Sigmagazine.
Tpd, pubblicato il parere del Comitato scientifico sulle sigarette elettroniche
Tpd, consumatori critici sul parere dello Scheer sulle sigarette elettroniche
Danimarca – Copenhagen guida il fronte del nord per una revisione restrittiva della Tpd
Richieste e proposte da parte di associazioni e organismi sanitari europei vengono inviate in questi mesi alla Commissione europea, in vista della revisione della Direttiva europea sui tabacchi e prodotti liquidi da inalazione (Tpd), che regola la produzione e vendita di sigarette e prodotti liquidi da inalazione. Si sta formando una sorta di fronte nordico, portavoce di istanze più proibitive, capeggiato da Olanda e Danimarca. E proprio da Copenhagen, due settimane fa, è partita una lettera stilata dalla Danish Cancer Society (DCS) e controfirmata da altre 24 organizzazioni europee per esortare la Commissione “ad adottare controlli più severi sulle sigarette elettroniche, in particolare a tutela dei giovani”.
Tpd, sigarette elettroniche: alleanza nordica chiede flacone neutro e aromi vietati
Gran Bretagna – Studio: 20% di fumatori inglesi in meno grazie all’ecig
Il 20% dei fumatori inglesi ha abbandonato il tabacco grazie alla sigaretta elettronica. È il risultato di uno studio realizzato da un team di ricercatori della Georgetown University di Washington, negli Usa, e di due atenei britannici, lo University College e il King’s College, entrambi di Londra. Una ricerca per la quale è stato utilizzato un modello di simulazione diretto, data la limitatezza dei dati sul passaggio dei fumatori all’ecig. Lo studio, coordinato dal professor David T Levy e intitolato “England SimSmoke: The Impact of Nicotine Vaping on Smoking Prevalence and Smoking-Attributable Deaths in England”, è stato pubblicato sulla rivista Addiction. “In Inghilterra”, aggiungono i ricercatori, “fra il 2012 al 2019, si è verificata una importante riduzione della prevalenza del fumo, che coincide con la crescita dell’uso del prodotti del vaping con nicotina”.
Inghilterra: riduzione del 20% dei fumatori grazie alla sigaretta elettronica
Irlanda – Rapporto: il corto circuito degli Stati nella lotta al fumo
Conflitti di interesse di proporzioni “statali”. Sono quelli individuati dal rapporto pubblicato dalla Just Managing consulting di Daniel Malan, docente di Business ethics al Trinity College di Dublino, e riguardano il ruolo di molti Stati nella lotta al fumo. Da un lato 182 di loro (con l’esclusione degli Usa e pochi altri paesi) hanno firmato la Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Fctc) dell’Organizzazione mondiale di sanità. Dall’altro, almeno una parte, possiede una quota pari almeno al 10% di almeno un’azienda del tabacco. Si tratta di 18 paesi, 8 dei quali detengono addirittura la proprietà del 100% del settore. Altri paesi ancora detengono partecipazioni meno massicce ma sempre significative. Da un lato ci si accorda per sostenere misure di lotta contro il tabagismo, dall’altro da quell’industria si ricavano profitti non solo di natura fiscale (attraverso le tasse). Forse anche questo spiega come mai tra il 2000 e il 2019 il consumo mondiale di tabacco sia diminuito di meno di un quarto di punto percentuale all’anno. La soluzione suggerita dal rapporto irlandese: i governi che producono sigarette dovrebbero trasformare le aziende concentrandosi sui prodotti a danno ridotto.
Fumo e sigarette elettroniche: l’Oms tra contraddizioni e scelte morali
Austria – Studio: ecig più efficaci di gomme, cerotti e aiuti psicologici per smettere di fumare
Le sigarette elettroniche risultano più efficaci per smettere di fumare rispetto ad altre terapie, come quelle sostitutive a base di nicotina (cerotti, gomme) o quelle basate su sostegni psicologici. Lo ha rivelato uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Università di medicina di Vienna, coordinato dal professore Moritz Oberndorfer del Dipartimento di medicina sociale e preventiva presso il Centro per la salute pubblica dell’ateneo austriaco. Lo studio si intitola “Effectiveness of Electronic Cigarettes in Smoking Cessation: a Systematic Review and Meta-Analysis” ed è stato pubblicato su Nicotine & Tobacco Research. I ricercatori hanno evidenziato anche l’importanza dei liquidi con nicotina per il successo delle terapie di dissassuefazione dal tabacco, riscontrando una loro maggiore efficacia rispetto all’utilizzo di liquidi senza nicotina (sigarette elettroniche placebo).
Sigarette elettroniche più efficaci di cerotti e simili per smettere di fumare
Usa – Studio: l’uso costante di un ecig accresce la possibilità di smettere di fumare
L’utilizzo costante da parte dei fumatori di una sigaretta elettronica accresce da due a quattro volte la possibilità di smettere di fumare rispetto a un utilizzo saltuario. È l’esito cui è giunto uno studio intitolato “Patterns of e-cigarette use and subsequent cigarette smoking cessation over two years (2013/2014 to 2015/2016) in the Population Assessment of Tobacco and Health (Path) Study” e coordinato da Allison Glasser della New York University. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nicotine & Tobacco Research e si avvale della collaborazione di esperti noti della ricerca sul vaping come David Abrams e Raymond Niaura. L’approfondimento nell’articolo di Sigmagazine.
Smettere di fumare con l’e-cigarette: più probabile se l’uso è frequente
Svizzera – Le vie della disinformazione dell’Oms sono infinite
Chi volesse anche in buona fede cercare di capire qualcosa sul vaping dal groviglio di comunicazione che offre l’Organizzazione mondiale della sanità attraverso i suoi canali informativi resterebbe impigliato in twitt ufficiali basati su fonti errate, richiami a pubblicazioni poi ritirate, definizioni perentorie che rimandano ad analisi parziali o riferite a differenti aree geografiche. Una marmellata comunicativa utilizzata per una campagna antivaping non degna di un’organizzazione così importante, cui i governi del mondo affidano la cura internazionale della salute dei cittadini. Sbrogliare un tale groviglio è operazione certosina e complessa, Sigmagazine ci è riuscita partendo da un ultimo twitt che accusava snus e vaping per 200.000 decessi all’anno a causa di malattie coronariche.
Contro le sigarette elettroniche l’Oms cita uno studio ritirato perché inaffidabile
Nuova Zelanda – Studio: l’ecig sta contribuendo alla diminuzione dei fumatori
La sigaretta elettronica sta contribuendo alla diminuzione del tasso di fumatori in Nuova Zelanda e a raggiungere l’obiettivo che si è dato il governo di sconfiggere il fumo entro il 2025. È quanto sostiene uno studio intitolato “Patterns of Use of Vaping Products among Smokers: Findings from the 2016-2018 International Tobacco Control New Zealand Surveys”, coordinato dal professor Richard Edwards del Dipartimento di salute pubblica dell’Università di Otago in Nuova Zelanda. Una ricerca effettuata da un’equipe che comprendeva accademici locali e studiosi canadesi. Oltre al dato positivo sul ruolo dell’ecig, lo studio segnala con preoccupazione il fatto che il vaping sia diffuso soprattutto fra i 18-24enni. “Se la sigaretta elettronica deve dare un contributo sostanziale per ridurre il fumo, bisogna che il suo uso aumenti fra le persone più anziane”, ha detto Edwards. Altri dati e considerazioni su questo importante studio nell’approfondimento di Sigmagazine.
Una conferma dalla Nuova Zelanda: le sigarette elettroniche fanno diminuire i fumatori
Australia – Agenzia del farmaco a gamba tesa nella diatriba su prescrizione medica per l’ecig
Un nuovo tassello si aggiunge al lungo tira e molla tra governo australiano e consumatori sulla limitazione dell’uso della sigaretta elettronica previa prescrizione medica. Si tratta della decisione ad interim della Therapeutic Goods Administration (Tga), l’agenzia regolatrice del farmaco australiana, per emendare il Poisons Standard, il documento che classifica medicine e veleni. La modifica proposta prevede che le sigarette elettroniche diventino farmaci importabili solo con ricetta medica ed è ora aperta alla consultazione fino al 6 novembre prossimo. Si parla di importazione, non di semplice acquisto. La decisione finale è invece attesa per la fine dell’anno. Ma non si fermano le proteste dei consumatori, che avevano già costretto il governo a rimandare l’introduzione dell’obbligo di prescrizione medica per l’importazione di liquidi per sigaretta elettronica che doveva entrare in vigore il 1° luglio.
Australia, l’iter non si ferma: sigaretta elettronica solo con prescrizione
Canada – Una zebra a pois, ma a forma di pesce
Discernere tra i sempre più numerosi studi che compaiono sugli effetti della sigaretta elettronica è un compito difficile ma necessario. Sigmagazine dà questa settimana spazio a una ricerca realizzata dallo staff del dipartimento di scienze biologiche dell’Università di Calgary e pubblicato sul sito della rivista scientifica The Royal Society. Lo fa con le migliori intenzioni, perché il risultato cui i ricercatori sono giunti potrebbe porre seri problemi all’intero settore del vaping, produttori e consumatori: i vapori della sigaretta elettronica possono fare male ai feti umani, causando dopo la nascita nel bambino disfunzioni comportamentali e sensoriali. Problemi seri, meno serio lo studio. Che è stato compiuto sui piccoli pesci zebra.
La sigaretta elettronica provoca disagio: lo dice una ricerca sui pesci!
Usa – Rapporto: aziende del tabacco bocciate nella promozione della riduzione del danno
Insufficiente! È la valutazione data alle quindici maggiori aziende produttrici di tabacco del mondo per la promozione della riduzione del danno. Il giudizio arriva dalla fondazione For a Smoke-Free World (Fsfw) che ha elaborato il primo indice di trasformazione del tabacco che classifica le quindici più grandi aziende produttrici di tabacco del mondo in base “alle loro prestazioni relative, all’impegno e alla trasparenza per realizzare progressi materiali nel sostenere la riduzione del danno da tabacco”. Molte aziende avevano assunto impegni promettendo anche significativi investimenti per ridurre i danni causati dal fumo, ma alle parole non sono seguiti i fatti e i rusultati concreti sono al momento molto deludenti.
Progressi insufficienti nelle strategie industriali di riduzione del danno da fumo