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La denuncia dell’ex dirigente: “Strategie di Facebook copiate da Big Tobacco”

La testimonianza di Tim Kendall, chiamato in audizione in Commissione Commercio del Congresso degli Stati Uniti.

Le strategie di Facebook come quelle delle multinazionali del tabacco degli anni Cinquanta. A dirlo è un ex dirigente del social network, Tim Kendall, in occasione di una audizione in Commissione Commercio del Congresso degli Stati Uniti. “Volevamo catturare l’attenzione delle persone ai limiti del possibile – ha detto Kendall – e per far questo abbiamo preso in prestito le stesse strategie usate da Big Tobacco con l’obiettivo di rendere il nostro prodotto in grado di dare assuefazione sin da subito. All’inizio l’industria del tabacco aveva semplicemente pensato di aggiungere più nicotina alle sigarette, ma questo non era sufficiente per far crescere il loro business ai livelli desiderati. Così hanno iniziato ad aggiungere zucchero e mentolo alle sigarette, in modo da far sì che il fumo rimanesse più a lungo nei polmoni. Con Facebook abbiamo fatto lo stesso: abbiamo aggiunto gli aggiornamenti degli stati, la possibilità di taggare gli amici sulle foto e i like, tutte cose che hanno creato quella cultura della reputazione e degli status che hanno creato i presupposti per una crisi della salute mentale dei teenager”.
Le finalità di Facebook, però, non era la creazione di una fabbrica di fake-news ma semplicemente una fidelizzazione hard dell’utente. Probabilmente ad un certo punto gli stessi dirigenti del social network hanno perso il controllo e la nave virtuale è andata alla deriva. “Non era nostra intenzione fomentare la disinformazione – ha spiegato Kendall – ma è la conseguenza delle ambizioni sconfinate dell’azienda”. Nel corso della testimonianza, l’azienda di Zuckerberg è stata descritta come “pronta a tutto per raggiungere nuovi utenti e monetizzare quelli già iscritti. Permettere la diffusione della disinformazione, le notizie false e le teorie del complotto: è come con i broncodilatatori dell’industria del tabacco, le sostanze che permettono al fumo di coprire un’area più vasta dei polmoni aumentando la dipendenza. Ma quei contenuti, per quanto incendiari, non sono mai sufficienti”. L’ex dirigente di Facebook ha anche sostenuto che non esistono veri incentivi per interrompere queste pratiche. “Tutto questo avrà fine solo quando ci saranno sanzioni penali ed economiche importanti, fino ad allora Facebook non avrà motivi per fermarsi”.

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