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Indagine Ieva su sigaretta elettronica: l’80% dei vaper ha smesso di fumare

L'associazione europea dei produttori ha intervistato 3.300 consumatori. Aromi fondamentali per gli utilizzatori adulti.

Più dell’80 per cento dei fumatori passati alla sigaretta elettronica ha smesso completamente di fumare. È il dato più importante che emerge da un’indagine su oltre 3.300 svapatori europei realizzata dalla Indepent European Vape Alliance (Ieva), l’associazione che riunisce i produttori europei di prodotti per il vaping. Il secondo dato da sottolineare, in vista della revisione della Direttiva europea sui tabacchi, è che il 65 per cento dei consumatori utilizza liquidi fruttati o dolci. Il campione dell’indagine era formato nella stragrande maggioranza da uomini: l’82% a fronte del 17,54% di donne. La fascia di età maggiormente rappresentata era quella fra i 36 e i 45 anni (29%), seguita da 26-35 (26%), i 46-55 (19%), i 18-25 (16%) e infine i 56-75 anni (7%). La fascia di età compresa fra i 66 e i 75 anni era inferiore all’1%, mentre solo 5 partecipanti avevano più di 75 anni.
Veniamo ai motivi che hanno spinto questi consumatori a passare alla sigaretta elettronica. Il 68% è stato spinto dalla voglia di smettere di fumare, mentre il 10% voleva diminuire il fumo. Fra il 7 e l’1% troviamo altre motivazioni: l’attrazione per la varietà degli aromi, la maggiore accettazione della sigaretta elettronica rispetto a quella tradizionale in alcuni contesti, la fascinazione della tecnologia e la curiosità suscitata dai media. Le aspettative sul fumo dei partecipanti sono state soddisfatte? Così pare, visto che l’81% dei partecipanti all’indagine dichiara di aver smesso di fumare e l’11% di aver ridotto il fumo. A non aver ridotto le sigarette tradizionali o ad averle addirittura aumentate è soltanto, rispettivamente l’1,24 e lo 0,73%. Quasi il 3% degli intervistati, invece, spiega di non aver mai avuto intenzione di smettere di fumare.
Il modello di utilizzo della sigaretta elettronica conferma quanto rilevato da molti studi, cioè che è l’uso regolare e frequente ad associarsi alla cessazione. Il 42% dei partecipanti dichiara di svapare più volte al giorno e quasi altrettanti (il 41%) usano l’e-cigarette “ogni volta che possono”, mentre il 9% una volta al giorno. L’uso saltuario è, ovviamente, molto raro: quasi il 5% svapa in maniera irregolare (“a volte tutti i giorni, altre una volta a settimana”), meno del 2% usa l’e-cig diverse volte alla settimana e l’1% meno di una volta ogni 7 giorni. Percentuali che si rispecchiano nella percezione del rischio dello strumento: l’85% dei consumatori ritiene che sia meno dannoso del fumo e il 9% che sia completamente innocuo. Solo l’1,5% lo giudica alla pari del fumo, mentre lo 0,31 pensa che sia più dannoso.
Come già detto, l’indagine di Ieva offre delle informazioni importanti anche sui gusti dei consumatori. Il 49% degli intervistati consuma liquidi fruttati e il 25% liquidi dolci. Una maggioranza netta del 65%, a fronte del quasi 35 che consuma aromi al tabacco. Dati che danno l’occasione al presidente di Ieva, Dustin Dahlmann, di insistere sul ruolo cruciale degli aromi per i fumatori adulti. “Bisogna evitare ad ogni costo – sostiene Dahlmann, dati alla mano – un divieto sugli aromi, perché spingerebbe molti vaper ad acquistare prodotti illegali non controllati o a tornare a fumare”. Un tale provvedimento, sempre secondo il presidente di Ieva negherebbe a molti altri fumatori l’opportunità di smettere con l’aiuto dell’e-cig.
E che non sia il caso di correre tale pericolo è dimostrato anche dalle risposte dei partecipanti all’indagine sul consumo di nicotina. Ben il 75% dichiara di averne ridotto la concentrazione nei liquidi nel corso del tempo ed è solo il 22% ad essere rimasto sui valori iniziali. Ma dove acquistano i loro prodotti i vaper europei? Quasi la metà (il 45%) acquista sia online che nei negozi fisici. A rifornirsi solo da questi ultimi è, invece il 36%, esattamente il doppio di chi usa solo l’online (18%). La preferenza si spiega probabilmente con le necessità dei consumatori. Quasi il 53% cerca infatti soprattutto consigli e assistenza, mentre il 40% è alla ricerca di un prezzo “ragionevole”.

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