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Sigarette elettroniche, Anafe: stop confusione, non siamo né tabacco né multinazionali

Roccatti (Confindustria) : "Non si faccia più confusione, utilizzando la definizione di sigarette elettroniche per definire altre tipologie di prodotti".

La filiera della sigaretta elettronica è una filiera fatta di eccellenze italiane, di piccole e medie imprese che ogni giorno – anche attraverso gli esercizi di vicinato autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (diversi dalle classiche tabaccherie dove vengono venduti tutti gli altri prodotti) – occupano direttamente circa 15mila persone che salgono a 45mila se si considera l’intero indotto. Vogliamo quindi rimanere fuori da ogni polemica che in queste ore sta riguardando conflitti fra multinazionali del tabacco e auspichiamo che non si faccia più intenzionalmente confusione, utilizzando la definizione di sigarette elettroniche per semplificare e per definire altre tipologie di prodotti”. È il presidente dell’Associazione Associazione Nazionale Produttori Fumo Elettronico, Umberto Roccatti, a tornare con forza su una questione già affrontata da Sigmagazine e in questo momento importante come mai prima: la necessaria distinzione fra diversi strumenti alternativi al fumo.
Dopo la notizia dei giorni scorsi del quotidiano il Riformista sui presunti finanziamenti alla Casaleggio Associati da parte di Philip Morris Italia, che – sempre secondo il quotidiano – avrebbero garantito alla multinazionale un trattamento di favore per il suo riscaldatore di tabacco, la confusione regna sovrana. “È da troppo tempo – commenta Roccatti – che i media utilizzano erroneamente la definizione di sigarette elettroniche per parlare di tutti i prodotti di nuova generazione, inclusi quelli a base di tabacco riscaldato”. Non ultimo oggi, quando sulla stampa sono comparse l’ipotesi di aumento di tassazione sul tabacco riscaldato, che invece non riguarderebbe l’aumento delle tasse sul vaping. “Come presidente dell’associazione di categoria che rappresenta il fumo elettronico in Italia – aggiunge – devo chiarire una volta per tutte che le sigarette elettroniche sono una categoria di prodotti diversa dalle altre e che quindi sotto tale denominazione generica non possono farsi rientrare tutti gli strumenti di nuova generazione che offrono un’alternativa al fumo tradizionale”.
Il presidente di Anafe-Confindustria spiega che, rispetto al riscaldatore, “la sigaretta elettronica ha un meccanismo di funzionamento differente (si tratta nello specifico di un prodotto a base di liquido contenente o meno nicotina che viene vaporizzato) e per le sue caratteristiche segue una regolamentazione a sé stante sia a livello italiano che europeo. Non è un caso che nella Direttiva europea sui prodotti del tabacco e nel Decreto legislativo di recepimento venga dedicato alle e-cig un intero articolo a parte e che, di conseguenza, i processi di immissione sul mercato, di controllo, di distribuzione e di tassazione di tali prodotti siano differenti da tutti gli altri”.
Diversa, almeno al momento, è anche la valutazione dei due prodotti anche da parte delle istituzioni sanitarie che hanno incluso l’uso dell’e-cigarette nelle loro strategie di lotta al fumo. “Occorre una volta per tutte precisare – afferma infatti Roccatti – che il Ministero della salute inglese e altre autorità sanitarie internazionali hanno riconosciuto il rischio ridotto, fino al 95% in meno, dei soli prodotti del vaping e non anche di altri prodotti a base di tabacco”. Una distinzione che, si spera, appaia ben chiara a chi prende le decisioni e anche a chi le comunica.

 

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