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Come già anticipato qualche giorno fa, il decreto del presidente del consiglio del 3 novembre ha inserito anche le rivendite specializzate in sigarette elettroniche e liquidi da inalazione nell’elenco delle attività che possono rimanere aperte durante il periodo di blocco. Rispetto alla primavera scorsa, quesa volta non si è dovuta attendere l’interpretazione degli uffici governativi, tantomeno la successiva presa d’atto dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli: il presidente Conte ha espressamente citato i negozi di sigarette elettroniche nell’ambito dell’allegato 23 al provvedimento, quello cioé che stila l’elenco delle attività in deroga alla chiusura.
Dal 6 novembre al 3 dicembre, dunque, l’Italia vivrà una seconda fase di restrizioni economico-produttive e personali. Regole più stringenti nelle quattro regioni rosse (Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle D’Aosta); meno drastiche nelle due arancioni – Puglia e Sicilia – dove il rischio è valutato medio-alto; misure attenuate in tutte le altre regioni nelle zone gialle, considerate a rischio moderato. Nelle zone rosse non si può uscire di casa se non per motivi di lavoro, salute e necessità. Bar e ristoranti chiusi 24 ore su 24; asporto consentito sino alle 22 mentre sempre consentita la consegna a domicilio. I negozi di sigarette elettroniche e liquidi da inalazione, come previsto dal Dpcm, possono invece rimanere aperti dotandosi di tutte le precauzioni obbligatorie (mascherine, distanze obbligatorie, numero contingentato di persone nel locale).