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Negoziante di sigarette elettroniche scrive a Mattarella: “Ci vogliono rovinare”

Madre di due figli, ha una attività con tre dipendenti ma la paventata riforma del settore proposta dall'agenzia delle Dogane e Monopoli potrebbe gettarli tutti in mezzo alla strada.

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che E. P., negoziante di sigarette elettroniche, ha inoltrato alle massime cariche istituzionali, tra cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e il premier Giuseppe Conte. Uno sfogo che è conseguente alla proposta redatta dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli di riformare la rete vendita e distributiva delle sigarette elettroniche.

“Da più di 8 anni lavoro nel settore delle cosiddette “sigarette elettroniche” e lo faccio con orgoglio perché in questi anni ho potuto constatare, sia sulla mia pelle che attraverso l’esperienza di migliaia di clienti, che questi strani aggeggi tutti colorati che emanano un vapore dai sapori più improbabili, funzionano davvero per far smettere di fumare il tabacco. Non starò qui a citare gli oltre 7700 studi clinici e scientifici che dimostrano la riduzione del danno rispetto all’uso del tabacco e nemmeno perderò tempo a spiegare perché una settantina di studi, manipolati e prezzolati, realizzati contro questo prodotto, hanno avuto più visibilità della verità scientifica. Vorrei, invece, avere il tempo per compilare l’elenco di tutti quei bambini che, grazie alla scelta dei loro genitori di abbandonare il fumo, avranno la fortuna di averli presenti alla loro festa di laurea o al loro matrimonio, piuttosto che piangerli morti per un tumore ai polmoni o un arresto cardiocircolatorio. Ma non ne abbiamo il tempo.
Ho letto con attenzione il testo dell’Audizione nell’ambito dell’esame dell’Affare assegnato n. 573 dei rappresentanti dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, soffermandomi sia sull’introduzione che sull’allegato 4. All’inizio ho riso, poi, pensando a tutti gli attacchi che i miei colleghi e io abbiamo dovuto sopportare in questi anni, mi sono seduta e ho preso una decisione.

Adesso vi spiego sinteticamente cosa succederà:

  1. Nella proposta di sostituzione dell’art. 62-quater del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, viene stabilito che “ – omissis – Fino al 30 giugno 2021 continuano ad applicarsi le disposizioni previgenti”.
    Questo mi lascia il tempo di inviare, a gennaio, le raccomandate per disdire i contratti di affitto dei miei tre negozi di sigarette elettroniche, lasciandomi il tempo di svendere tutti i prodotti presenti a magazzino e realizzare il massimo profitto.
  2. Il 1 luglio 2021 i miei negozi saranno definitivamente chiusi e tre ragazzi tra i 20 e i 28 anni rimarranno a casa senza lavoro.
  3. Contando i pagamenti ai fornitori, i pagamenti degli affitti, gli stipendi ai dipendenti e quelle poche spese che potevo permettermi di fare io con i guadagni rimasti dopo aver pagato le tasse e le accise dovute, verranno a mancare nel circuito dell’economia generata dalla mia attività, circa 300.000 euro ogni anno.
  4. Mancando la principale fonte di sostentamento familiare sarò costretta a ritirare i miei figli (23 e 24 anni) dall’Università. Fortunatamente uno dei due ha già concluso parte del percorso formativo con il conseguimento di una laurea triennale.
  5. Essendo nella posizione privilegiata di essere nullatenente e con irrisori beni assoggettabili ad una procedura esecutiva, nel periodo intercorrente tra l’approvazione della finanziaria e il 30 giugno 2021, mi asterrò dal pagamento di canoni di locazione, bollette luce, gas e telefono, tasse e accise, Iva e quant’altro non sia strettamente necessario. Pagherò solo i fornitori e gli stipendi dei miei dipendenti.
  6. Chiederò alla banca una chiusura della mia posizione debitoria offrendo al massimo un 10% a saldo e stralcio, non potendo più far fronte all’impegno e non avendo la banca nessuna possibilità di recuperare coattivamente quanto da me dovuto.
  7. Conclusa questa procedura io, i miei due figli, i miei tre dipendenti, chiederemo il reddito di cittadinanza.

Per il mio singolo caso la proposta emendativa comporta quindi maggiori oneri per l’erario, lo stato e la collettività pari circa a 335.000 euro all’anno. Il dottor Minenna (direttore dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, ndr) prevede che la proposta emendativa comporta maggiori entrate per le casse dell’erario in un ordine quantitativo tra i 100 e i 300 milioni di euro su base annua. Ma non è vero! Così si ottiene solo l’obiettivo di distruggere il settore indipendente delle sigarette elettroniche, composto per la maggior parte da giovani imprenditori e da meno giovani lavoratori che non hanno trovato altra alternativa se non quella di investire tutto quello che potevano per crearsi un’opportunità di lavoro, con la conseguenza di servire su un piatto d’argento i nostri clienti alle multinazionali del tabacco che in questi anni hanno ostacolato in tutti i modi il nostro lavoro con azioni di lobbying e manipolazione dell’informazione. Adesso che hanno imparato da noi come fornire alle persone un’alternativa al fumo di tabacco meno dannosa per la salute, ci sbattono fuori dal gioco in modo da poter mantenere il loro monopolio.
La sigaretta elettronica ha un solo grande difetto: funziona davvero per smettere di fumare. Per questo si è affacciata sul mercato come l’unica vera alternativa ai prodotti cancerogeni delle multinazionali del tabacco, facendo anche diminuire i fatturati delle aziende farmaceutiche nel settore dei farmaci antifumo. Sembra quasi che 8.000.000 di morti nel mondo ogni anno per colpa del tabacco non vengano considera un problema ma un business. Se davvero anche solo una minima parte delle proposte contenute nell’allegato 4 di questa audizione entreranno nella prossima legge finanziaria sarà la fine del nostro settore indipendente. Scusatemi se non riesco ad essere più diplomatica o “politicamente corretta” ma state distruggendo quel poco che sono riuscita a creare in anni di duro lavoro e sacrifici e non riesco a credere che siate cosi miopi da non vedere che state lasciando senza lavoro migliaia di famiglie solo per gli interessi economici di multinazionali straniere. Con la legge 10 ottobre 1990, n. 287, Il Parlamento italiano, nell’introdurre norme per la tutela della concorrenza similari a quelle comunitarie, ha ritenuto importante l’attuazione dell’art. 41 della Costituzione a tutela e garanzia del diritto di iniziativa economica, definendo il mercato concorrenziale come il quadro entro il quale si svolge la libertà di tale iniziativa. Ecco perché esiste il diritto antitrust; perché ha il duplice scopo di garantire i diritti del cittadino-consumatore e la libera concorrenza delle imprese. L’esistenza di un monopolio è associata a un più generale pericolo democratico per la posizione di forza che un soggetto monopolista assume nel mercato di riferimento. E allora perché esiste ancora l’ADM che alla fine lavora, per quanto riguarda il nostro settore, solo come strumento delle multinazionali del tabacco, il cui fine ultimo è il guadagno, anche a scapito della salute pubblica? Amareggiata ancor più che disgustata concludo e saluto, restando pronta a rimangiarmi tutto quello che ho detto nel momento in cui vedessi un concreto impegno a sostegno di un settore che ha a cuore solo la propria sopravvivenza e la salute dei propri clienti”.

Lettera firmata

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