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Entro la fine di questa settimana il testo della legge di bilancio per il 2021 dovrebbe finalmente approdare in Parlamento. Se però ad oggi dal governo ancora tutto tace, dalle forze di maggioranza cominciano a sollevarsi le prime voci di disappunto, anche alla luce delle bozze che stanno circolando sui tavoli dei Ministeri. Come ogni anno, il punto chiave è proprio questo: tra le decine di bozze che circolano nei giorni immediatamente precedenti la scadenza dei termini, occorre saper riconoscere quella che alla fine diventerà la versione ufficiale che sarà discussa e emendabile, al netto di eventuali questioni di fiducia.
Posto che, come abbiamo detto ieri, il Ministero delle Finanze metterà mano alla revisione delle regole che normano il commercio delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica, nelle ultime ore sta destando qualche perplessità l’ipotesi di riformarne la struttura fiscale. L’ala più moderata e europeista della maggioranza di governo sta cercando di arrestare possibili stravolgimenti che potrebbero causare ulteriore instabilità del mercato della sigaretta elettronica. Ecco dunque che nelle ultime ore sta prendendo corpo l’ipotesi di non toccare l’imposta di consumo sui prodotti liquidi da inalazione, lasciando in ghiaccio almeno per un anno l’idea di introdurre una nuova tassa per unità di prodotto. Una modifica infatti a pochi mesi dalla nuova Tobacco Excise Directive (Ted, la direttiva sulle accise del tabacco) non avrebbe senso e comporterebbe l’ennesimo cambio di regole a partita in corso. Soltanto una volta conosciuta la nuova armonizzazione fiscale europea, si potrebbe allora intervenire anche sulla leva italiana. Resterebbe invece immutato il nuovo impianto normativo sulla tracciabilità (contrassegno statale) e sicurezza (analisi chimiche preventive) dei prodotti liquidi da inalazione, così come già anticipato e auspicato dal direttore di Adm Minenna.