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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dall’8 al 14 novembre

Settore del vaping destinato a crescere in Francia, mentre uno studio britannico trova l'e-cig più efficace di cerotti e medicinali. In Nuova Zelanda entra in vigore la nuova legge sul vaping e in Germania medici cardiovascolari e penumologi si dividono. Intanto ci si interroga sul futuro della sigaretta elettronica negli Usa con la nuova amministrazione.

UsaMagazine francese: l’addio di Trump non è una buona notizia per i vaper
Il cambio della guardia alla presidenza degli Stati Uniti non è una buona notizia per i vaper americani. È il punto di vista espresso dall’altra sponda dell’Atlantico dalla rivista di settore francese “Ecigmag”, che dedica all’esito delle elezioni negli Usa uno dei suoi commenti settimanali. Con l’insediamento della nuova ammninistrazione democratica diventa molto improbabile un allentamento delle restrizioni che negli ultimi due anni sono state introdotte in molti Stati degli Usa. Non che Trump fosse un esplicito e deciso sostenitore della sigaretta elettronica, aggiunge il giornale francese, ma la sua scarsa conoscenza del mondo del vaping lo teneva lontano dall’adottare misure repressive. Joe Biden e la sua vice Kamala Harris hanno invece già esplicitamente preso posizione contro l’e-cig, aggiunge “Ecigmag”. Durante un incontro nel gennaio 2020, Biden aveva chiaramente affermato che se si fossero stabilite prove sulla nocività dello svapo, avrebbe fatto tutto quanto in suo potere per eliminarlo completamente, ignorando le ripercussioni economiche e sociali sull’industria e sull’occupazione. Ma anche la futura vicepresidente non è da meno, conclude il magazine, ricordando la lettera alla Food and Drug Administration firmata da Harris con altri senatori, nella quale sosteneva la completa abolizione degli aromi, accusando l’amministrazione Trump di lassismo di fronte all’ascesa delle sigarette elettroniche.

Nuova ZelandaIn vigore la prima parte della nuova legge sulle sigarette elettroniche
Un compromesso tra la necessità di garantire la disponibilità dei prodotti del vaping per i fumatori che provano ad abbandonare il tabacco e quella di tutelare i minori. È questo il senso della nuova legge sul vaping, la cui prima parte è entrata in vigore in settimana in Nuova Zelanda. Si chiama Smokefree Environments and Regulated Products (Vaping) Amendement Act e prevede diversi step da applicare nel corso dei prossimi 15 mesi. Proprio il riconoscimento della sigaretta elettronica come strumento efficace nella riduzione del danno e nelle terapie di disassuefazione dal fumo costituisce il cuore centrale della nuova normativa, cui si associa la dichiarata intenzione di proteggere la fascia giovanile dalla promozione e vendita di tali prodotti. Tra le misure già entrate in vigore, il divieto di vendita ai minori di 18 anni e il divieto di svapo sui luoghi di lavoro, nelle scuole e nei centri per l’educazione dell’infanzia. Per le misure che invece avranno validità con gli step dei prossimi mesi si rimanda all’approfondimento di Sigmagazine.

Nuova Zelanda, entra in vigore legge su sigarette elettroniche

 

 

FranciaStudio: nonostante le difficoltà, il mercato del vaping crescerà ancora
Scandalo Evali e pandemia hanno gettato sabbia negli ingranaggi oliati del mercato del vaping, ma le prospettive restano ottimistiche, almeno per la Francia. È il risultato di uno studio dell’istituto Xerfi sulle prospettive di mercato da qui al 2023, che non risentono dello scandalo sanitario americano nel quale le sigarette elettroniche vennero ingiustamente accusate di aver provocato malattie polmonari mortali: quella vicenda è ormai dimenticata e chi la ricorda sa benissimo che le indagini scagionarono completamente l’e-cig. Le previsioni sono dunque di una crescita nei prossimi due anni tra il 5 e il 10% del mercato, che entro il 2023 dovrebbe raggiungere un volume di affari di 1,3 miliardi di euro. Per Xerfi, anche il 2020 si chiuderà con un segno più, nonostante le difficoltà di movimento provocate dalla pandemia. Sempre secondo questo studio, la Francia conta attualmente 2 milioni di vaper, ovvero il 4,4% delle persone di età compresa tra i 18 ei 75 anni: un numero mai stato così alto. Due gli ostacoli a una crescita ancora più robusta, che punti soprattutto alla fascia di fumatori di tabacco che rimane troppo larga:  l’ancora insufficiente sostegno delle autorità pubbliche all’e-cig (nonostante in Francia siano stati compiuti molti passi avanti in tal senso) e la revisione della Tpd a livello europeo. Quest’ultima, qualora dovesse comportare aumenti di tasse, potrebbe intorpidire le prospettive di crescita.

Gran BretagnaStudio: e-cig più efficace di cerotti e pillola Champix nella lotta al fumo
Secondo una ricerca indipendente pubblicata da Reed Wellbeing, la sigaretta elettronica è risultata più efficace delle terapie sostitutive della nicotina (Nrt) come i cerotti e della pillola Champix (vareniclina) nell’aiutare i fumatori ad abbandonare il tabacco. Lo studio comparativo ha interessato un gruppo di fumatori nello spazio di un anno (febbraio 2019-febbraio 2020). I risultati: i dispositivi di vaporizzazione hanno raggiunto un tasso di abbandono dal fumo del 93% se usati da soli e un tasso di abbandono dal fumo del 72% se combinati con Nrt. L’uso della terapia sostituiva della nicotina ha invece portato a un tasso di abbandono del 49% e Champix ha raggiunto un tasso di cessazione del 57%. L’approfondimento su Sigmagazine.

Lotta al fumo: sigaretta elettronica meglio di Champix e cerotti con nicotina

 

UsaJama: la sigaretta elettronica può aiutare milioni di fumatori
Una lancia a favore della sigaretta elettronica negli Stati Uniti è stata spezzata da Nancy Rigotti, direttore del Tobacco Research and Treatment Center del Massachusetts General Hospital di Boston e docente di Medicina presso la Harvard Medical School, in un editoriale sul Journal of the American Medical Association (Jama). La firma di Rigotti è importante, giacché è stata anche fra gli autori della revisione Cochrane pubblicata lo scorso ottobre, secondo cui le sigarette elettroniche sono più efficaci delle terapie tradizionali per smettere di fumare. Ed è il concetto che l’autrice ribadisce nel suo editoriale: “Nella discussione sulle sigarette elettroniche dobbiamo ricordare che ci sono milioni di fumatori che hanno bisogno di aiuto e che potrebbero trarre vantaggio dal loro utilizzo”.

Milioni di fumatori potrebbero trarre beneficio dalla sigaretta elettronica

 

GermaniaPneumologi sempre scettici sull’efficacia dell’e-cig nelle politiche antifumo
Tra i medici, gli pneumologhi restano i più scettici nei confronti della sigaretta elettronica. Mentre ad esempio i chirurghi cardiovascolari hanno ormai da tempo proposto  in Germania un approccio innovativo al tema della riduzione del danno, chi cura i polmoni conferma tutte le prudenze passate. Anche nell’ultima valutazione resa pubblica nei giorni scorsi la Società per la pneumologia e la medicina respiratoria (Deutsche Gesellschaft für Pneumologie und Beatmungsmedizin, Dpg) critica il ricorso ai prodotti del vaping come strumento per smettere di fumare. Motivo: gli studi scientifici sull’argomento sono ancora troppo pochi e poco convincenti rispetto a quelli sui sistemi di somministrazione alternativa della medicina di tipo farmaceutico (cerotti, gomme e simili). La Dpg ribadisce altri cavalli di battaglia degli oppositori del vaping, come il pericolo rappresentato dalla tentazione per i giovanissimi e gli scopi reconditi delle multinazionali del tabacco che, con le pubblicità delle e-cig, non mirano alla riduzione dei fumatori ma ad acquisire nuovi clienti. La posizione della società degli pneumologi continua a non confrontarsi con i risultati di studi indipendenti più recenti, né sul piano dell’efficacia dell’e-cig nelle politiche antifumo, né su quelle che ridimensionano il pericolo del vaping giovanile.

UsaE Farsalinos attacca ricerca americana tendenziosa: strumentalizzazioni politiche
Un insulto al ragionamento scientifico. Così Konstantinos Farsalinos, cardiologo greco, scienziato, ricercatore e autore di buona parte della letteratura scientifica sul vaping, ha bollato l’ultimo studio arrivato dagli Stati Uniti, coordinato da Thanhhuyen Thi Vu della Northwestern University di Chicago e presentato durante la Scientific Session dell’associazione americana dei cardiologi. La ricerca si basa su un sondaggio online condotto nel 2016 e, secondo i ricercatori, porta al risultato che chi usava la sigaretta elettronica aveva maggiori probabilità di avere un amplissimo spettro di sintomi clinici generici, alcuni dei quali assimilabili a Evali (in particolare tosse e nausea), rispetto a chi non usava l’e-cig. Questo succedeva in particolare in chi usava liquidi con aromi diversi dal tabacco. La particolarità: i ricercatori identificano in tosse e nausea riportate nel 2016 i sintomi di una patologia scoppiata nell’estate del 2019, esclusivamente negli Stati Uniti, e ricondotta alla presenza di acetato di vitamina E in liquidi illegali alla cannabis. Una scorrettezza, dha denunciato Farsalinos, dovuta a una tendenza che appare difficilmente arrestabile: la strisciante politicizzazione della scienza. Approfondimento di analisi e critiche nell’articolo di Sigmagazine.

Sigarette elettroniche, Farsalinos: “Basta con la politicizzazione della scienza”

 

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