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Dal riscaldatore di tabacco alla sigaretta elettronica il passo può essere molto breve se non si ha dimestichezza con la materia. E così in Parlamento approda una interroga presentata da Fratelli d’Italia che, alla luce degli ultimi presunti accadimenti denunciati dal quotidiano Il Riformista, vuol far chiarezza sul mercato degli strumenti elettronici di somministrazione di nicotina.
La firma il deputato Giovanni Donzelli per chiedere al ministro dell’Economia Gualtieri “quali siano i numeri delle vendite delle sigarette elettroniche in Italia e quanto sia il gettito annuo per lo Stato derivante dalla vendita di tali prodotti (e relative ricariche) nei vari anni, a partire dall’ingresso sul mercato dei suddetti prodotti“. Volendo anche sapere “a quanto ammonti il gettito derivante dalla vendita del prodotto di riscaldamento del tabacco Iqos e in generale dai prodotti commercializzati dalla Philip Morris“.
“Secondo un articolo del quotidiano Il Riformista del 26 novembre 2020 – commenta Donzelli – «la Casaleggio Associati ha incassato da Philip Morris Italia la maxi somma di euro 1.950.166,74» in un periodo compreso fra settembre 2017 e ottobre 2020. Il rapporto con l’agenzia legata al Movimento 5 Stelle, secondo quanto riportato, è stato «continuo» perché «le fatture non sono riferite ad un evento specifico ma regolarmente cadenzate nel tempo». Sono 49 i pagamenti che sarebbero stati effettuati da Philip Morris alla Casaleggio, la maggior parte dei quali per cifre da 50 mila euro. Il quotidiano spiega che quando le sigarette elettroniche entrarono sul mercato italiano, nel 2014, beneficiarono di uno sconto del 50 per cento sulle accise. Con l’arrivo del I Governo Conte, nel giugno del 2018, è stato introdotto uno sconto di un ulteriore 25 per cento. Grazie a questa agevolazione – chiosa Donzelli – il margine netto a favore dell’industria del tabacco e della Philip Morris in particolare, è cresciuto a dismisura“.