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Piano europeo contro il cancro: pressione parlamentare per la riduzione del danno

Dopo Fiocchi anche Patriciello e Marinescu spingono affinché la Commissione riconosca le potenzialità degli strumenti a rischio ridotto nella prevenzione oncologica.

Ogni anno a 3,5 milioni di persone nell’Unione europea viene diagnosticato il cancro e ogni anno i morti di tumore sono 1,3 milioni. Oltre il 40 per cento dei casi di cancro può essere prevenuto. Per invertire la tendenza e per potenziare la prevenzione, la Commissione europea è in fase di scrittura del Piano europeo di lotta contro il cancro: l’obiettivo è ridurre l’onere che il cancro impone ai pazienti, alle loro famiglie e ai sistemi sanitari. Saranno anche dettate le linee guida che gli Stati membri dovranno attuare con azioni di sostegno, coordinamento e integrazione tra sistema sanitario, pazienti e loro familiari.

Pietro Fiocchi

Lo scorso ottobre, l’europarlamentare italiano Pietro Fiocchi (Fratelli d’Italia) aveva presentato una interrogazione alla Commissione europea, chiedendo se nel piano europeo di lotta contro il cancro si stesse seriamente prendendo in considerazione la riduzione del danno provocato dal tabacco. Adesso, altri due suoi colleghi – i popolari Aldo Patriciello e Marian-Jean Marinescu – hanno presentato una analoga interrogazione per conoscere quanto la Commissione sia interessata a inserire il principio della riduzione del danno all’interno del Piano europeo. Soprattutto il parlamentare rumeno è stato molto esplicito nelle sue domande: “Può la Commissione informarci gentilmente perché non include politiche volte a ridurre i rischi comportamentali nell’insieme di proposte derivate dalle consultazioni pubbliche? Può la Commissione informarci gentilmente se intende introdurre misure concrete per ridurre i rischi comportamentali nella versione finale del piano europeo per il cancro battuto?“. Di particolare interesse saranno le risposte perché potrebbe anticipare formalmente i contenuti del Piano europeo contro il cancro. Introdurre il concetto di riduzione del danno, sostenendo gli strumenti che ne consentono l’applicazione, significherebbe così aprire una importate breccia nel muro di scetticismo costruito dalle organizzazioni di salute pubblica.

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