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“L’uso della sigaretta elettronica non rende più vulnerabili al covid-19”

Uno studio britannico sgombra il campo da ipotesi allarmistiche: non vi è relazione fra e-cig e diagnosi della malattia.

Non vi è alcuna relazione fra l’uso della sigaretta elettronica e la diagnosi o il sospetto di covid-19. In altre parole, svapare non rende più vulnerabili verso la malattia provocata dal virus Sars-cov-2. A mettere la parola fine a suggestive ipotesi su una presunta maggiore predisposizione di chi usa l’e-cigarette a contrarre il covid-19 – circolata ampiamente negli ambienti anti vaping, soprattutto negli Usa – arriva uno studio dello University College London, attualmente disponibile in preprint su MedRxiv. Il lavoro si intitola “Associations between vaping and covid-19: cross-sectional findings from the Hebeco study” ed è stato condotto da un team di ricercatori non nuovi agli studi sul vaping, come Lion Shahab, Jamie Brown, Sarah E Jackson, Olga Perski, Aleksandra Herbec e Dimitra Kale.
Gli scopi della ricerca erano prima di tutto valutare se esistesse un’associazione fra l’uso della sigaretta elettronica e una diagnosi o un sospetto di covid-19. In secondo luogo registrare se l’arrivo della pandemia avesse indotto dei cambiamenti nelle abitudini di svapo e, nel caso, i fattori ad esso associati; infine se chi aveva smesso recentemente di svapare fosse stato spinto a farlo dal covid. Per scoprirlo i ricercatori hanno condotto un’indagine trasversale online su 2791 adulti britannici reclutati fra il 30 aprile e il 14 giugno di quest’anno. Si tratta dunque di una ricerca basata sui dati riportati dagli stessi partecipanti.
I risultati sono molto rassicuranti, visto che i ricercatori non rilevano differenze nelle diagnosi e nei sospetti di covid-19 fra svapatori, ex svapatori e chi non ha mai utilizzato la sigaretta elettronica. Dunque usare l’e-cig non rende più vulnerabili al contagio da Sars-cov-2. Secondo gli autori, svapare non ha, però, nemmeno un effetto di protezione dal virus, cosa emersa anche da un recente studio che dimostra come svapare non aumenti in maniera sostanziale il pericolo di contagiare terze persone.
Per quanto riguarda le abitudini di svapo, la metà dei vaper attuali non ha cambiato i suoi consumi, il 40% li ha aumentati e solo il 10% riporta una diminuzione. Il numero degli utilizzatori che aveva abbandonato la sigaretta elettronica a causa del covid era piuttosto esiguo, mentre quasi la metà di chi aveva smesso recentemente – spiega lo studio – stava valutando se tornare a svapare. Quindi, scrivono gli autori nelle conclusioni dello studio, “tra gli adulti del Regno Unito, la diagnosi o il sospetto di covid-19 non era associato allo status di svapatori. La metà degli attuali vaper ha cambiato le sue abitudini di svapo dalla comparsa del covid-19, con la maggioranza che ha riportato un aumento del consumo e una minoranza ha smesso a causa del covid-19”.

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