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Tunisia, sigarette elettroniche: nuove regole e tassazione all’orizzonte

Potrebbe essere il primo Stato africano a regolamentare la sigaretta elettronica sul modello europeo con tassa sui liquidi e divieto di pubblicità.

La Tunisia potrebbe essere il primo Stato africano a regolamentare la sigaretta elettronica sul modello europeo. Secondo il ministro della salute Faouzi Mehdi, la diffusione dello strumento di somministrazione della nicotina dovrebbe andare di pari passo con la consapevolezza di eventuali rischi e pericoli. Nel senso che non si tratta di un giocattolo ma di un dispositivo che al suo interno contiene una sostanza, la nicotina, “tossica e pericolosa”. Parole certamente di buon senso, volte a sensibilizzare l’opinione pubblica, ma nello stesso tempo non si può dire altrimenti per le soluzioni prospettate. Che sembrano andare sempre nella solita direzione indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità: divieto di pubblicità e tassazione. Le stime più aggiornate dicono che in Tunisia ci sono circa 70mila consumatori di sigarette elettroniche. Secondo un recente sondaggio, i tunisini utilizzano la sigaretta elettronica perché la considerano meno dannosa del tabacco tradizionale. Incredibilmente, il ministro della salute ha addotto proprio questa motivazione come pretesto per avviare l’ipotesi di riforma normativa e fiscale: “Occorre interrompere la disinformazione attorno la sigaretta elettronica“. Anche per questo, molti consumatori tunisini hanno suggerito al ministro che, se proprio vorrà normare la materia, dovrebbe farlo ricorrendo al modello inglese che riconosce la sigaretta elettronica come strumento per abbattere i rischi e i danni fumo-correlati.

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