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Dagli Stati Uniti offensiva contro batterie esterne per sigarette elettroniche

La commissione per la sicurezza dei consumatori ha pubblicato un avviso rivolto al mercato del vaping di non vendere più le cosiddette batterie 18650 agli ioni di litio: "Non prodotte per essere usate sfuse".

Le batterie utilizzate nelle sigarette elettroniche sono sotto osservazione. La commissione statunitense per la sicurezza dei consumatori ha recentemente pubblicato un avviso rivolto al mercato del vaping di non vendere più in maniera sfusa e singola le cosiddette 18650 agli ioni di litio perché non rispettano i requisiti minimi di sicurezza. La commissione ha anche anticipato di aver già provveduto a contattare i maggiori distributori e e-commerce – tra cui anche eBay – per rimuovere le batterie dalla vendita. Pochi giorni fa un tribunale in California ha negato la richiesta da parte di Samsung di archiviare una causa risarcitoria conseguente all’esplosione di una batteria.
Le batterie definite 18650 – si legge nel comunicato della Commissione per la sicurezza dei consumatori – sono prodotte come componenti industriali di pacchi batteria inserite in celle e non sono destinate alla vendita singola e diretta ai consumatori. Tuttavia, vengono invece separate dalla loro ubicazione originaria, etichettate e vendute come nuove batterie di largo consumo. In particolare, queste batterie possono avere terminali metallici positivi e negativi scoperti che possono cortocircuitare quando vengono a contatto con oggetti metallici come chiavi o monete. Le batterie 18650 trovano un utilizzo scorretto non soltanto nei prodotti del vaping ma anche per alimentare ventilatori portatili, lampade da tavolo e giocattoli. Il surriscaldamento delle celle potrebbero causare sfiammate che, a contatto con gli abiti, potrebbero provocare incendi e causare ferite al corpo anche gravi“.
Dopo la valanga di fango contro gli aromi nei liquidi, partita dagli Stati Uniti e diffusasi rapidamente anche in Europa tanto che già alcuni Stati li stanno vietando, il rinvio a giudizio della Samsung e il comunicato della Commissione per la sicurezza dei consumatori potrebbero rappresentare i prodromi all’assalto istituzionale e normativo contro i sistemi aperti.

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