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“Vietare gli aromi nei liquidi per sigarette elettroniche metterebbe a rischio la salute pubblica”. Anche Ieva, l’associazione europea che raccoglie produttori e grossisti del vaping, scende in campo contro il governo olandese, che lo scorso giugno ha annunciato di voler varare la misura restrittiva entro la prima metà del 2021. Dopo le dichiarazioni del viceministro della salute Paul Blockhuis, hanno fatto sentire la propria voce non solo i consumatori, ma anche uomini di scienza come Konstantinos Farsalinos dell’Università di Patrasso e dell’Università dell’Attica occidentale in Grecia e Frank Baeyens e Karolien Adriaens dell’Università di Lovanio, in Belgio, per cercare di far recedere da i suoi intenti il governo olandese.
La decisione di Blockhuis è motivata dall’intenzione di proteggere i minori, supponendo che questi siano attirati dagli aromi presenti nei liquidi. Eppure, spiega Ieva citando i dati del Timbos Institut, la situazione in Olanda non giustifica una misura così drastica: “il numero dei giovani olandesi che hanno mai provato le sigarette elettroniche è diminuito del 25% negli ultimi cinque anni. Nel 2019 solo lo 0,2% dei ragazzi tra i 14 e i 16 anni ha fatto uso regolare di sigarette elettroniche e il 99,8% degli utilizzatori di sigarette elettroniche nel Paese è composto da ex fumatori di tabacco”.
Lasciare sul mercato solo liquidi al gusto di tabacco potrebbe avere, invece, delle spiacevoli conseguenze in termini di salute pubblica. Il 65% degli svapatori adulti europei, continua l’associazione, utilizza liquidi dolci o fruttati ed è proprio la grande varietà degli aromi è una delle ragioni più importanti che spinge i fumatori a passare alle sigarette elettroniche e a non tornare sui loro passi. “Il rischio – ammonisce Ieva – è che queste misure portino a conseguenze molto gravi per la Sanità Pubblica e per la riduzione dei danni da tabacco: con il solo aroma del tabacco lasciato a disposizione degli svapatori, il ritorno al fumo aumenterebbe pericolosamente”. L’associazione ricorda anche che, fra le istituzioni sanitarie che hanno riconosciuto la riduzione del danno della sigaretta elettronica rispetto a quella di tabacco, vi sia lo stesso Istituto nazionale per la salute pubblica olandese, il Rivm. Nelle scorse settimane il governo ha aperto una consultazione pubblica sulla manovra, che terminerà il 19 gennaio prossimo. Ad oggi la maggior parte dei commenti provengono da svapatori e scienziati che si oppongono alla misura restrittiva. Ma basterà a convincere Blockhuis a tornare sui suoi passi?
Ieva solleva anche la preoccupazione che il divieto sugli aromi, qualora approvato, possa influenzare i lavori della nona Conferenza delle parti (Cop 9) della Convenzione quadro dell’Oms per il controllo del tabacco, che si terrà proprio a L’Aia il prossimo novembre. “L’implementazione della misura – dichiara il presidente Dustin Dahlmann – potrebbe avere effetti negativi sulla conferenza. Piuttosto, COP9 dovrebbe soffermarsi sull’argomento della riduzione del danno grazie alle sigarette elettroniche, in modo che il numero dei fumatori si riduca significativamente ovunque”. “L’aroma non è un tramite per iniziare i più giovani al fumo – conclude – Non ci sono prove che dimostrino l’associazione tra gli aromi e la conseguente iniziazione al fumo. Chiediamo al governo olandese di abbandonare la proposta. Non ci saranno vincitori con il divieto, solo sconfitti.”