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Samsung a processo dopo esplosione batteria sigaretta elettronica

Secondo giudice della California, l'azienda sudcoreana al momento del fatto sarebbe stata a conoscenza che le sue batterie venivano impropriamente vendute per alimentare le sigarette elettroniche.

La sigarette elettronica, in quanto tale, ha una componente fondamentale che deve garantire l’accumulo e l’erogazione di energia elettrica. Ma, proprio per questo, è potenzialmente pericolosa se utilizzata o ricaricata in maniera non conforme o con leggerezza. Certamente non è più pericolosa di una normale torcia o di un power banking. Per questo è fondamentale saper anche scegliere e riconoscere quali siano le batterie più sicure, a prescindere dalle indicazioni fornite dal produttore  sulla capacità o potenza. Già negli anni scorsi la Sony aveva ufficialmente preso le distanze per eventuali incidenti occorsi utilizzando le sue batterie all’interno delle sigarette elettroniche. Batterie la cui destinazione d’uso, come spesso è indicato, è la fornitura di energia ai computer portatile.
Anche Samsung è stata coinvolta in un caso di esplosione di una sua batteria al litio inserita nella sigaretta elettronica. Ma in questo caso il giudice Angel M. Bermudez dell’Alta Corte della California non ha ritenuto opportuno archiviare il caso ma sarà approntato un processo.
Secondo la denuncia, il consumatore aveva acquistato le batterie Samsung su consiglio di un rivenditore di sigarette elettroniche utilizzandole senza problemi fino al 14 aprile 2018, quando la batteria Samsung gli è esplosa in tasca provocando ustioni di secondo e terzo grado sulla gamba sinistra e sui genitali. A seguito della fiammata, l’uomo ha dovuto subire un intervento chirurgico di innesto cutaneo che ha prodotto cicatrici permanenti, scolorimento della zona interessata e ipersensibilità. Secondo la tesi dell’accusa, Samsung era a conoscenza da almeno gennaio 2016 che i singoli consumatori stavano acquistando e utilizzando batterie Samsung per l’uso nelle sigarette elettroniche nonostante sapesse che avrebbe sottoposto i consumatori a potenziali danni. “Invece di intraprendere azioni significative per limitare il rischio o rimuovere le batterie dal mercato – si legge nell’atto di rinvio a giudizio – Samsung avrebbe ignorato il problema, provocando almeno 88 casi presentati contro Samsung per problemi di esplosione della batteria simili”. Samsung ha presentato una richiesta di archiviazione, negata però dalla Corte. Samsung sa da anni anni che le sue batterie sono utilizzate nelle sigarette elettroniche –  ha detto Greg Bentley di Bentley & More, lo studio legale che rappresenta l’accusatore – Invece di toglierle dal mercato, Samsung ha intrapreso la strada dell’avidità mettendo in secondo piano la sicurezza del consumatore. Basti guardare l’incredibile aumento delle vendite di questo solo modello: da 14,1 milioni di pezzi nel 2015 a 63,7 milioni nel 2017. E ancora tanti altri milioni negli ultimi tre anni. Non vediamo l’ora che la giuria prenda atto delle prove e ritenga Samsung responsabile“.

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