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L’associazione iberica degli operatori delle sigarette elettroniche (Upev) ha denunciato il ministero della salute spagnolo in risposta ad una campagna di comunicazione istituzionale definita “fuorviante e diffamatoria”. Nel messaggio veniva detto che il vapore produce gli stessi effetti nocivi del fumo.
“Il ministro della Salute Salvador Illa – spiega Arturo Ribes, portavoce dell’associazione – ci ha ignorati per quattro volte nonostante la sua promessa di incontrare le piccole e medie imprese che compongono il settore. Di fronte alle reiterate menzogne e diffamazioni pubbliche siamo obbligati a ricorrere in Tribunale“. Secondo le aziende spagnole, la campagna ministeriale cnon solo è colpevole di affermare il falso ma sta anche provocando un gravissimo danno economico e di reputazione per molte piccole e medie imprese”.
Con un budget di circa 1,5 milioni di euro, il ministero spagnolo ha avviato nei mesi scorsi una campagna di promozione della salute che passava anche attraverso la condanna del fumo e del vaping, equiparati e “colpevoli” entrambi di uccidere i consumatori. La comunicazione formale, infatti, diceva testualmente che la sigaretta elettronica “pur non contenendo tabacco e non avendo combustione non è una alternativa meno dannosa del fumo“.
Contro tali affermazioni, Upev ha citati vari esempi nel mondo, fornendo prova di come la comunità scientifica nella lotta contro il fumo stia gradualmente sostenendo i prodotti a rischio ridotto: “Regno Unito, Francia, Nuova Zelanda e, più recentemente, anche Grecia hanno incluso nella loro legislazione i prodotti a basso rischio per ridurre i danni causati dal fumo. Non bisogna poi dimenticare anche una dichiarazione del distaccamento europeo dell’Oms secondo cui se la stragrande maggioranza dei fumatori che non possono o non vogliono smettere di fumare passassero ad alternative di somministrazione di nicotina senza combustione, rappresenterebbe un risultato notevole per la salute pubblica“. Il settore spagnolo della sigaretta elettronica nel 2020 ha registrato un calo di fatturato di circa il 30%. Secondo Upev, la campagna ministeriale ha allontanato molti consumatori dal vaping e ha disincentivato i fumatori ad avvicinarsi al nuovo strumento di somministrazione di nicotina. Al danno economico e d’immagine si aggiunge anche quello “arrecato alla salute dei milioni di fumatori che avrebbero potuto trovare nella sigaretta elettronica una alternativa meno dannosa”.