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Gli Stati Uniti sembrano intenzionati a ridurre drasticamente il consumo e la diffusione delle sigarette elettroniche. La California ha fatto scuola e sta rapidamente diventando un esempio per gli altri quarantanove governatori. Complice anche la semplificazione delle attività legislative e amministrative conseguenti all’emergenza sanitaria, molte audizioni sono state soppresse o si tengono in forma virtuale attraverso le piattaforme informatiche. Viene così meno anche l’attività di pressione dei gruppi portatori di interesse delle realtà meno strutturate o rappresentate come possono essere quelle del vaping.
In Kansas è tutto pronto per introdurre il divieto di vendita di liquidi aromatizzati, lasciando consentiti soltanto quelli al tabacco. Analoga posizione anche in Maryland, a cui però va ad aggiungersi anche il divieto di vendita sul web di sigarette elettroniche, liquidi di ricarica e accessori. Il North Dakota invece lascerà consentita la vendita degli aromi ma tasserà tutti i prodotti della filiera del 28% del prezzo di vendita al pubblico, spingendo così i prezzi totalmente fuori dal mercato.
La Consumer Advocates for Smoke-Free Alternatives Association (Casaa), nata per sostenere I rappresentanti della filiera della sigaretta elettronica, ha chiamato a raccolta tutti i diretti interessati, operatori del settore e consumatori, al fine di “ingolfare” le caselle e-mail dei parlamentari con richieste di audizione formali e di dietrofront rispetto alle decisioni che stanno maturando. “Bisogna sempre muoversi in anticipo – spiegano dall’associazione – È opportuno costruire reti di relazioni e di informazione per diffondere rapidamente le notizie legislative riguardanti il vaping perché tutto spesso viene fatto sotto silenzio. La chiave per evitare leggi dannose contro lo svapo è l’impegno preventivo. Muoversi quando il danno è fatto è pressoché inutile”.