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Svapogate nelle Filippine: soldi americani per colpire la sigaretta elettronica

Il finanziamento di The Union e Bloomberg Initiative potrebbe infrangere il regolamento americano per le fondazioni.

Potrebbe avere conseguenze anche negli Stati Uniti la vicenda del denaro dato da due note organizzazioni antifumo e antivaping americane, the Union e Bloomberg Initiative, alla Food and Drug Administration delle Filippine, mentre l’agenzia era impegnata a scrivere proprio le linee guida per la regolamentazione delle sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato. L’imbarazzante vicenda è venuta fuori lo scorso ottobre, grazie alle pressioni dei parlamentari Deogracias Savellano ed Estellita Suansing che, durante un’audizione, misero con le spalle al muro un funzionario della Fda, costringendolo ad ammettere di aver ricevuto il finanziamento dalle due organizzazioni internazionali.
Il sospetto, come adombrano i due parlamentari nella loro richiesta di istituire un’indagine parlamentare sulla vicenda, è che l’Fda abbia ricevuto il denaro “in cambio dell’elaborazione di politiche specifiche e predefinite a danno di un settore industriale legittimo per la legge filippina e in completo disprezzo dei diritti e del benessere dei consumatori”. Detto in parole più semplici, Savellano e Suansing voglio accertarsi che l’agenzia governativa non abbia ricevuto soldi stranieri per colpire e limitare i prodotti di riduzione del danno da fumo.
La preoccupante vicenda, se confermata, potrebbe violare non solo la legge delle Filippine, ma anche il regolamento americano per le fondazioni, che vieta di interferire illecitamente nella governance di un altro Paese. A sostenerlo dalle colonne del quotidiano locale Manila Standard, sono il medico statunitense Joel Nitzkin, esperto anche di pubblica amministrazione, e John Nutt, docente all’Imperial College di Londra e presidente di Drug Science, comitato consultivo sulla droga del Regno Unito.
Entrambi insistono sulla necessità di fare piena luce sulla vicenda, per capire l’entità delle violazioni. “Dobbiamo sapere quanto soldi sono sati dati – ha affermato Nitzkin – sia in termini di dollari che di percentuale del budget dell’agenzia. Inoltre, abbiamo bisogno di una spiegazione da parte sia del donatore che del ricevente sullo scopo di questa donazione. Se lo scopo è illecito come sembra, il passo successivo sarebbe quello di contestarlo nei tribunali filippini e forse anche nei tribunali americani”.
È comunque inquietante che una agenzia di regolamentazione prenda del denaro da organizzazioni straniere apertamente schierate. Lo è altrettanto che le stesse organizzazioni ritengano lecito ingerire a suon di dollari nelle politiche sanitarie di altri Paesi. “L’intera questione motivo di grande preoccupazione”, commenta Scott Bailin, consulente per le politiche sanitarie che in passato ha lavorato alla regolamentazione del tabacco per la Fda americana. “La questione fondamentale – ha dichiarato al quotidiano filippino – è la trasparenza. Un ente regolatorio deve garantire che le sue decisioni siano fondate sulla scienza e che siano parte di un processo normativo trasparente. Se fosse stata l’industria del tabacco ad aver agito così, ci sarebbe stata uAn’ondata di indignazione da parte degli enti di sanità pubblica. Quello che è successo, lascia un sapore amaro in bocca”.


 

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