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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 17 al 23 gennaio

In Olanda pubblico contrario al divieto sugli aromi, mentre in Germania l'e-cigarette non riesce a entrare nelle direttive antifumo. Potrebbero esserci pesanti ripercussioni in Usa per il finanziamento di Bloomberg all'Fda delle Filippine.

OlandaDue settimane in più per la consultazione pubblica sul divieto degli aromi
La consultazione pubblica sulla legge del governo per il possibile divieto degli aromi nei liquidi per sigarette elettroniche è stata prolungata di due settimane. Ancora 14 giorni di tempo, quindi, per tutti coloro che intendono fornire il proprio punto di vista su una proposta controversa, che secondo le intenzioni dell’esecutivo olandese dovrebbe entrare in vigore entro i prossimi mesi. Il prolungamento dei tempi è stato giustificato con la grande voglia di partecipazione mostrata dai cittadini: mai una consultazione pubblica in materia sanitaria aveva attirato tanto interesse. E la stragrande maggioranza dei commenti inviati è contrario all’iniziativa del governo. Esperti di politiche per la riduzione del danno, consumatori e operatori del vaping ritengono che il divieto degli aromi apprezzati dai fumatori possa dissuadere molti di loro dal passare alla sigaretta elettronica e costringere coloro che invece lo avevano già fatto a ritornare alle sigarette tradizionali. Se l’obiettivo annunciato è quello di tutelare i giovanissimi (per i quali esiste sempre il divieto di vendita al di sotto dei 18 anni), il risultato potrebbe essere quello di condannare i fumatori, arrecando più danni che benefici alla salute pubblica complessiva. Su Sigmagazine il punto della situazione e la posizione dettagliata delle diverse associazioni scese in campo.

Olanda: valanga di pareri contrari al divieto di aromi nelle sigarette elettroniche

 

Nuova ZelandaAvca: coinvolgere esperti riduzione del danno nel piano “Smokefree 2025”
Non resta molto tempo per provare a recuperare il ritardo della Nuova Zelanda nel raggiungimento dell’obiettivo “un Paese senza fumo entro il 2025”. Secondo l’associazione Aotearoa Vapers Community Advocacy (Avca) il 2021 sarà l’anno decisivo per capire se quell’obiettivo era troppo ambizioso. “Non tutto è perduto”, ha spiegato Nancy Loucas, condirettrice di Avca: il governo distribuirà nei prossimi mesi la bozza del piano d’azione contro il fumo per la consultazione pubblica e sarà un banco di prova prioritario per il nuovo Ministro della salute. Per Loucas, tutti coloro che sono impegnati sulle tematiche della riduzione del danno da tabacco devono essere attivamente coinvolti nella definizione del piano d’azione. “Affinché la Nuova Zelanda riesca a centrare l’obiettivo di Paese senza fumo entro il 2025, occorrono i giusti incentivi e interventi”, ha concluso Loucas, “ma se non verranno adottate misure molto audaci, la battaglia si trascinerà almeno per altri due decenni e per i maori per altri quattro decenni! Questo è assolutamente inaccettabile“.

Nuova ZelandaAllarme fumo tra i maori: servono strategie alternative più decise
Sulla particolare situazione dei maori, l’Avca ha lanciato un allarme specifico. Nonostante la Nuova Zelanda abbia lanciato nel 2011 il piano Smokefree 2025, i tassi di fumo tra i cittadini maori rimangono ostinatamente alti. L’associazione spinge dunque il governo neozelandese a prendere di petto questa emergenza, anche adottando strategie alternative come il supporto al passaggio dal tabacco al vaping. Nel resto del Paese il piano sembra funzionare meglio. Il tasso di fumo della popolazione adulta in generale è sceso dal 16,3% nel 2011-2012 al 13,1% nel 2017-2018, sebbene sia ancora al di sotto dell’obiettivo intermedio del 10%. Non così tra i maori, dove il tasso è sceso dal 37,7% al 31,2%: ben al di sotto dell’obiettivo intermedio prefissato del 18,9%.

GermaniaStöver accusa: occasione persa per sensibilizzare i medici sulla riduzione del danno
Un’occasione persa per sensibilizzare il personale medico sulle strategie della riduzione del danno da tabacco e sulle potenzialità di strumenti alternativi come la sigaretta elettronica. È la critica di Heino Stöver, direttore dell’Istituto per la ricerca sulle dipendenze di Francoforte, alle linee guida sul tabacco rilasciate dal Gruppo di lavoro delle società mediche scientifiche tedesche (Arbeitsgemeinschaft der Wissenschaftlichen Medizinischen Fachgesellschaften, Avmf). Tali linee guida presentano agli operatori del sistema sanitario, cioè ai medici, le ultime scoperte scientifiche e suggeriscono le modalità di trattamento dei pazienti su diverse patologie. “Per me è un completo mistero come sia potuto accadere che, proprio su uno dei problemi sanitari centrali come la cessazione del fumo, siano state ignorate le ultime scoperte sulla riduzione del danno“, ha accusato Stöver. Il gruppo di lavoro non ha raccolto l’appello della German Society for Addiction Medicine (Dgs), che aveva auspicato il sostegno alla sigaretta elettronica come strumento utile a promuovere l’astinenza dal tabacco, e “ha ignorato importanti lavori scientifici come la Cochrane Review sulla cessazione del fumo con le sigarette elettroniche pubblicata di recente“.

Germania: sigarette elettroniche ignorate nelle linee guida per i medici

UsaAssociazioni bacchettano gli Stati: negligenti nelle politiche di contrasto al tabacco
Un nuovo rapporto mette sotto accusa i diversi Stati degli Usa, colpevoli di non investire come dovrebbero i proventi del Tobacco Master Settlement Agreement (Msa) del 1998 nei fondi per la prevenzione del tabacco. Il rapporto è stato realizzato da un cospicuo trust di associazioni: Campaign for Tobacco-Free Kids (Ctfk), American Cancer Society Cancer Action Network, American Heart Association, American Lung Association, Americans for Nonsmokers’ Rights, Robert Wood Johnson Foundation e Truth Initiative. “Nel 2021 gli Stati attingeranno a 26,9 miliardi di dollari dall’accordo sul tabacco del 1998 e dalle tasse sul tabacco“, ha osservato il Ctfk in una nota pubblica, “ma spenderanno un misero 2,4%, pari ad appena 656 milioni di dollari, in programmi di prevenzione e cessazione del tabacco”. Tale somma, denucia l’associazione, rappresenta una diminuzione dell’11% rispetto al 2020 e meno di un quinto (19,8%) del finanziamento totale raccomandato dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) “.

UsaOffensiva degli Stati contro la sigaretta elettronica
Parallelamente allo scarso impegno contro il tabacco, si intensifica invece l’offensiva degli Stati contro la sigaretta elettronica. Come riporta questa settimana Sigmagazine, tre Stati sono in prima fila per percorrere le orme della California. In Kansas sta per essere introdotto il divieto di vendita di liquidi aromatizzati, consentendo soltanto quella dei liquidi al tabacco. Stessa iniziativa in Maryland, con in più il divieto di vendita sul web di sigarette elettroniche, liquidi di ricarica e accessori. Il North Dakota invece permetterà ancora la vendita degli aromi, ma tasserà tutti i prodotti della filiera del 28% del prezzo di vendita al pubblico, spingendo così i prezzi totalmente fuori dal mercato.

Stati Uniti, triplo affondo contro la sigaretta elettronica

 

Filippine/UsaSvapogate, non si ferma il confronto sul caso del denaro alla Fda di Manila
Rischia di allargarsi anche agli Stati Uniti il caso del denaro dato da due note organizzazioni antifumo e antivaping americane – the Union e Bloomberg Initiative – alla Food and Drug Administration delle Filippine, mentre l’agenzia era impegnata a scrivere proprio le linee guida per la regolamentazione delle sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato. La vicenda era venuta alla luce lo scorso ottobre grazie all’intervento di due parlamentari, Deogracias Savellano ed Estellita Suansing, che ora chiedono l’istituzione di una inchiesta parlamentare. Savellano e Suansing voglio accertarsi che l’agenzia governativa non abbia ricevuto soldi stranieri per colpire e limitare i prodotti di riduzione del danno da fumo. Il finanziamento concesso, se confermato, potrebbe violare non solo la legge delle Filippine, ma anche il regolamento americano per le fondazioni, che vieta di interferire illecitamente nella governance di un altro Paese, secondo quanto riporta un servizio del Manila Standard.

Svapogate nelle Filippine: soldi americani per colpire la sigaretta elettronica

 

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