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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 3 al 9 gennaio

La Cina vieta la vendita online di sigarette elettroniche e liquidi da inalazione. Il risultato? Fatturato dei negozi schizza di quattro volte. Intanto anche la Germania pensa ad una tassa equiparata tra tabacco e prodotti del vaping.

CinaEcig, quadruplicate le vendite al dettaglio dopo il divieto di vendita online
Il mercato cinese della vendita al dettaglio di prodotti del vaping si è quadruplicato nel 2020, dopo che le autorità cinesi hanno vietato la vendita online. Neppure la pandemia, con i lockdown severissimi che hanno coinvolto le grandi città cinesi tra l’inverno 2019 e la primavera 2020, hanno frenato l’espansione. Lo riporta l’agenzia economica americana Bloomberg.  Nel dettaglio, Relx Technology, il più grande operatore del paese, ha aperto più di 1.000 negozi nella prima metà del 2020 e ha dichiarato che da gennaio 2021 prevede di aggiungere 10.000 punti vendita nei prossimi tre anni. Anche il suo rivale, Yooz, ha aumentato il numero di negozi. Le azioni di Smoore International Holdings, il più grande produttore mondiale di dispositivi e componenti per lo svapo per diversi marchi internazionali, sono più che quadruplicate in valore dal debutto in borsa avvenuto a luglio, rendendola una delle offerte pubbliche iniziali più performanti alla borsa di Hong Kong dell’intero 2020. Relx e Yooz sono entrambi clienti di Smoore.

CinaLo Stato pianifica la riduzione di fumatori e svapatori
Altre restrizioni sono state nel frattempo adottate a livello locale nei confronti di fumo e svapo. L’amministrazione della metropoli di Shenzhen, ritenuta la capitale globale del vaping con il suo 95% della produzione mondiale di ecig, ha avviato la campagna “città senza fumo”, annunciando il divieto di vendita di prodotti a base di tabacco e nicotina entro 50 metri dalle scuole primarie e medie. Un’analoga campagna, denominata “famiglie senza fumo”, riguarderà le famiglie e le abitazioni private. Obiettivo: ridurre in tre anni il numero dei fumatori del 50% rispetto ai dati del 2018. Una strategia pianificata che accresce l’inquietudine sulla capacità dello Stato cinese di ingerire nella vita privata dei cittadini, ignorando il fatto che il vaping non è fumo e che l’ecig può al contrario essere uno strumento (volontario e non coercitivo) per smettere di fumare. Qualche dettaglio in più nell’articolo di Sigmagazine.

Quanti fumatori e svapatori in Cina? Lo pianifica il partito

 

GermaniaSpiegel: ecig sempre migliori per facilitare l’addio al tabacco dei fumatori
Lungo articolo del settimanale tedesco Spiegel sulla sigaretta elettronica. Una sorta di punto del mercato dopo 18 mesi terribili, segnati dalla campagna strumentale sulle malattie polmonari negli usa e poi dal covid-19, che ha scombussolato le vendite in quasi tutti i paesi interessati dai lockdown. Eppure, scrive lo Spiegel, il mercato delle sigarette elettroniche appare più vivace che mai, nuovi e sempre più perfezionati prodotti raggiungono i banchi dei rivenditori e migliorano l’utilizzo dei consumatori e l’efficacia dello svapo. Progressi al servizio soprattutto dei fumatori, che con tale strumento innovativo possono con maggiore speranza di successo affrontare la sfida dell’addio al fumo. “Rispetto a gomme e cerotti, l’ecig ha un vantaggio decisivo”, spiega il settimanale, “perché consente a chi dipende dal tabacco di mantenere le proprie abitudini, rigirandosi lo strumento tra le dita e sbuffando nuvole di vapore”. Vapore che, secondo studi sempre più precisi, risulta molto meno dannoso del fumo. Strumento per la riduzione del danno da fumo ma anche per la sua completa eliminazione. Ultima nota benemerita del settimanale di Amburgo, la sconfessione della teoria gateway: nessuna ricerca empirica conferma i timori che l’ecig rappresenti la via di accesso al tabacco per i non fumatori, neppure per i giovani. Parola di Spiegel.

Unione EuropeaWPA contro la tassa Ue per l’ecig: fumatori meno motivati a cambiare
La tentazione di aumentare le tasse sulla sigaretta elettronica, equiparando a livello fiscale i prodotti del vaping a quelli del tabacco, può scoraggiare il passaggio dei fumatori ad alternative meno dannose, con uno svantaggio in termini di salute pubblica. È la denuncia rivolta alle istituzioni europee dall’associazione consumatori World Vapers’ Alliance (WPA), all’indomani della conclusione della consultazione pubblica sull’aggiornamento della Direttiva accise tabacchi, che dovrebbe riguardare anche i prodotti del vaping. Tanto più che un calo più contenuto dei fumatori (e quindi delle malattie legate al fumo) si rifletterebbe su maggiori costi per la sanità pubblica, annullando i benefici fiscali per le casse erariali dell’aumento delle tasse sull’ecig. Il conseguente aumento del prezzo dei prodotti del vaping ricadrebbe inoltre sulle fasce economicamente più svantaggiate, tra le quali è più diffusa l’abitudine al fumo di tabacco, ha concluso il presidente di WPA, Michael Landl.

World Vapers’ Alliance: no alla tassa Ue sulle sigarette elettroniche

 

GermaniaIl ministro del Tesoro pensa a una tassa sulle sigarette elettroniche
Tuttavia la tentazione di mettere mano fiscalmente al settore del vaping non pare conoscere confini geografici. In Germania, oltre ai Verdi, ci pensa adesso l’Spd, il partito socialdemocratico che partecipa al governo di Angela Merkel. Sebbene il contratto di governo stipulato tre anni fa non la contemplasse, ora il ministro del Tesoro Olaf Scholz (che oltre a essere l’attuale vice-cancelliere è anche il candidato dei socialdemocratici alle prossime elezioni di settembre) mette sul piatto l’idea di una riforma della tassazione sui prodotti del tabacco che riguarderà soprattutto l’ecig. In un documento del suo ministero sui propositi per i mesi finali della legislatura, rivelato dal magazine Egarage, si legge infatti che “la riforma mira a includere le sigarette elettroniche nella tassa sul tabacco”.

UsaSamsung a processo per l’esplosione di una batteria di una sigaretta elettronica
Si andrà al processo contro il gigante sudcoreano Samsung per stabilire se vi sia stata responsabilità dell’azienda in un caso di esplosione della batteria di un’ecig avvenuto negli Stati Uniti nel 2018. La denuncia era stata presentata dal consumatore, che aveva utilizzato batterie della marca sudcoreana su suggerimento di un rivenditore di sigarette elettroniche. Samsung aveva opposto richiesta di archiviazione. Nell’atto di rinvio a giudizio, il giudice Angel M. Bermudez dell’Alta Corte della California sostiene che l’azienda fosse a conoscenza del problema e non abbia intrapreso azioni significative per limitare il rischio o rimuovere le batterie dal mercato. I dettagli della vicenda giudiziaria nell’approfondimento di Sigmagazine.

Samsung a processo dopo esplosione batteria sigaretta elettronica

 

UsaTax Foundation: più tasse più contrabbando, vale per il tabacco come per le ecig
La memoria rimanda ai tanti film sulle gang criminali di New York, che hanno immortalato il lato malavitoso della Grande Mela rafforzando nell’immaginario collettivo il mito che ancora oggi, pur nel secolo asiatico, lega l’occidente alla metropoli americana. Se si passa dalla celluloide alla realtà, la situazione perde però il suo romanticismo e diventa questione di ordine pubblico. È il caso del contrabbando di sigarette di tabacco, che vede proprio lo Stato di New York in testa alla classifica stilata dalla Tax Foundation. Lo studio è costruito sul rapporto fra il consumo di sigarette illegali e quello totale nel 2018. New York è al primo posto con il 53,2%, seguita dagli Stati della California (47%), di Washington (40,1%), del New Mexico (36%) e del Minnesota (35,8%). Lo studio della Tax Foundation ha tuttavia uno scopo ben preciso: dimostrare che un’alta tassazione sui prodotti del tabacco porta a grandi sacche di commercio illegale. Quel che vale per il tabacco, può essere facilmente trasferito anche sul versante delle sigarette elettroniche, aggiungono poi i ricercatori della Tax Foundation: “I legislatori interessati a tassare e regolamentare le sigarette elettroniche dovrebbero comprendere i compromessi politici legati alla tassazione elevata o al divieto di prodotti a base di nicotina. Con le reti di distribuzione già ben sviluppate, le bande criminali sono pronte a espandersi in prodotti a vapore“.

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