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Eurobarometro 2020: fumatori in leggero calo, stabile la sigaretta elettronica

Dopo quattro anni torna l'indagine europea su 27 Stati più Regno Unito: sei vaper su dieci hanno cessato o ridotto il fumo grazie all'e-cig.

È stato pubblicato questo mese, in contemporanea con il Piano europeo contro il cancro, il nuovo rapporto Eurobarometro intitolato “Attitudes of Europeans towards tobacco and electronic cigarettes”. Il documento, commissionato a Kantar Belgium dalla Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare della Commissione europea, ha sondato, appunto, le esperienze e le posizioni dei cittadini europei su tabacco e sigarette elettroniche nei mesi di agosto e settembre del 2020. La scelta inusuale del periodo estivo è stata dovuta all’emergenza pandemica, così come la metodologia dell’intervista, che in molti Paesi è stata condotta online su persone reclutate telefonicamente. Oltre ai 27 Stati membri dell’Unione europea, l’Eurobarometro copre anche il Regno Unito. Il rapporto distingue tre categorie di prodotti: prodotti del tabacco tradizionali (sigarette, sigari, cigarillos e pipe), sigarette elettroniche o dispositivi elettronici simili (come e-shisha ed e-pipe) e prodotti a tabacco riscaldato.
Ma veniamo ai numeri salienti. Rispetto all’ultimo rilevamento del 2017, il tasso generale dei fumatori europei è diminuito di tre punti percentuali, attestandosi al 23%. Si fuma di più in Grecia (42%), Bulgaria (38%) e Croazia (36%), mentre i più virtuosi sono la Svezia (7%) e il Regno Unito e l’Olanda (entrambe al 12%). Questo dato già potrebbe dire qualcosa, visto che fra i tre Paesi in coda se ne trovano due che hanno puntato prodotti a rischio ridotto: la Svezia, unico Stato dell’unione in cui è consentita la vendita dello snus, e il Regno Unito, che ha inserito la sigaretta elettronica nelle strategie di salute pubblica. L’Italia si colloca nella parte medio-bassa dell’elenco con una percentuale di fumatori del 23%, in linea con le media europea.
A usare, invece, le sigarette elettroniche (current use) è il 2% degli europei, dato sovrapponibile a quello del 2017. Il 9% ha provato l’e-cig almeno una volta, mentre il 3% dichiara di averla usata e poi abbandonata. In totale, l’85% degli europei non ha mai nemmeno provato una sigaretta elettronica. Naturalmente sono soprattutto i fumatori ad aver sperimentato il vaping (36% rispetto all’8% dei non fumatori) e quasi la metà degli intervistati che aveva tentato di smettere di fumare, il 47%, aveva provato l’e-cigarette. Il 55% per cento degli svapatori usa la sigaretta elettronica quotidianamente, mentre un ulteriore 20% ne fa un uso settimanale. A fare un utilizzo mensile o ancora più saltuario è, rispettivamente, il 5 e il 4% dei current user.
Gli aromi preferiti da chi fa un uso almeno mensile dell’e-cig sono quelli fruttati (48%), seguiti da tabacco (36%), menta e mentolo (30%) e sapori dolci come cioccolato e vaniglia (20%). I gusti meno amati sono quelli alcolici (4%), mentre il 12% dichiara di utilizzare liquido base con sali di nicotina, un’opzione aggiunta per la prima volta in questo Eurobarometro, che però non riguarda i gusti. Per quanto concerne la scelta del device, più di due terzi dei vaper (il 72%) dichiarano di preferire dispositivi aperti che consentono la ricarica di liquido. Solo il 23% usa sistemi chiusi con cartucce precaricate (le pod-mod) e una proporzione ancora inferiore (l’8%) utilizza device usa e getta.
Torniamo al fumo e alla sua cessazione. Il 76% dei fumatori europei che ha smesso o ha cercato di smettere lo ha fatto senza nessun aiuto, mentre il 13% è ricorso a sostituti come gomme e cerotti alla nicotina e l’11 alla sigaretta elettronica. Però, ci fa sapere l’Eurobarometro, una grande maggioranza di chi non ha mai provato l’e-cig o lo ha fatto una sola volta, il 70%, crede che lo strumento non aiuti a smettere di fumare. Si discosta dalla media europea il Regno Unito, dove il 51% crede nell’efficacia della sigaretta elettronica, seguito da Irlanda (39%), Danimarca (29%) e Francia (26%). Eppure più della metà dei vaper (57%) dichiara di usare l’e-cig per smettere di fumare o ridurre il consumo di tabacco, il 37% perché convinto che sia meno dannosa del fumo. Il 23%, invece, l’ha scelta perché meno costosa e il 20% perché ne preferisce il gusto. Ad aver smesso completamente di fumare grazie alla sigaretta elettronica, secondo l’Eurobarometro, è il 31% degli utilizzatori (era il 14% nel 2017), mentre un ulteriore 27% ha ridotto il consumo di tabacco. Insomma, quasi 6 utilizzatori su dieci hanno completamente cessato o ridotto il fumo con il vaping. C’è però anche un 19% di utilizzatori che dichiara di aver smesso di fumare, ma poi ricominciato.
Il tasto dolente arriva quando si parla delle politiche di controllo e dei divieti. Secondo il rapporto, la maggioranza relativa degli intervistati (47%) è favorevole al divieto degli aromi (intesi come gusti) nei liquidi per sigaretta elettronica, a fronte di un 35% di contrari. Su questo tema si distingue l’Italia, con una percentuale di favorevoli al di sotto della media europea di 14 punti (33%). Il 70% ritiene anche che svapare debba essere vietato dove lo è fumare mentre un’ampia maggioranza di chi non ha mai usato il prodotto (71%) crede che le sigarette elettroniche debbano essere regolamentate come quelle di tabacco (il 22% è di parere contrario). La sfida rimane, dunque, quella di far capire che il vaping e il fumo non sono la stessa cosa e non vanno trattate allo stesso modo.

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