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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 21 al 27 febbraio

Settimana fondamentale per gli sviluppi del vaping: Public Health England ha pubblicato la terza revisione del suo ormai tradizionale report. E ribadisce che la sigaretta elettronica è lo strumento più efficace per smettere di fumare.

Gran BretagnaRapporto PHE/1: crolla il numero degli utilizzatori duali
Sono 2,7 milioni gli svapatori nel Regno Unito secondo il settimo rapporto del Public Health England “Vaping in England: evidence update February 2021”, una revisione delle evidenze. Un numero cui fa da contraltare il forte calo dei fumatori rispetto agli anni precedenti, oggi attestati tra i 6 e i 7 milioni di cittadini. Nell’analisi sugli svapatori adulti, per la quale il PHE si è affidato a quattro diverse indagini (con una prevalenza di dati provenienti dallo Smoking toolkit study Sts e dall’Ash-adult survery relativi al 2020, il dato più interessante è quello che riguarda gli utilizzatori duali, cioè coloro che allo stesso tempo svapano e fumano. È una pratica che tutti gli studi scientifici sconsigliano in quanto dannosa per la salute, suggerendo un rapido passaggio alla sola sigaretta elettronica. E gli inglesi sembrano essere ossequiosi dei consigli sanitari: dal 2012 gli utilizzatori duali sono passati sono passati dal 74 al 38% secondo la rilevazione di Ash, e dal 94 al 51% secondo quella di Sts. La discrepanza, avvisa il rapporto, è dovuta alla diversa definizione della definizione di fumatore nelle indagini ma la diminuzione è comunque notevole in entrambe. In aumento anche la proporzione di vaper che usano l’e-cigarette da più di tre anni, in diminuzione invece i nuovi svapatori. I tasti dolenti, anche nel Paese pioniere sull’ecig, arrivano dalla disinformazione. Dettagli su numeri, fonti e metodologia del rapporto nell’approfondimento di Sigmagazine.

In Inghilterra ben 2,7 milioni di vaper ma la disinformazione rimane un problema

 

Gran BretagnaRapporto PHE/2: l’ecig è lo strumento più efficace per smettere di fumare
Un secondo elemento del rapporto del Public Health England merita di essere estrapolato ed evidenziato per la sua rilevanza: la sigaretta elettronica si conferma in Inghilterra il più popolare e più efficace strumento utilizzato dai fumatori per smettere di fumare. Per valutare gli effetti del vaping sulla cessazione e la riduzione del fumo, il rapporto si è basato sui dati raccolti dall’indagine nazionale Smoking Toolkit Study 2020. E lo scorso anno il 27,2% dei fumatori ha scelto la sigaretta elettronica per dire addio al tabacco, contro il 15,5% che ha scelto una terapia sostitutiva della nicotina (Nrt) da banco (come gomme e cerotti), il 2,7% con ricetta e il 4,4% che ha utilizzato la vareniclina (un farmaco). I numeri provenienti dai Centri antifumo, inoltre, evidenziano che in tutte le regioni inglesi i tassi di cessazione sono più alti quando nella terapia si usa una sigaretta elettronica da sola o associata ad altri metodi. Alla luce di tali dati, PHE sprona le autorità locali a spingere i Centri antifumo ad utilizzare anche i prodotti del vaping. Reazioni favorevoli da parte degli operatori del settore e delle associazioni di consumatori.

Operatori e consumatori di sigarette elettroniche: “Sanità inglese è il riferimento”

 

Gran BretagnaRapporto PHE/3 – Il vaping giovanile non abita qui
Il terzo elemento da evidenziare del rapporto del Public Health England è l’assenza di una emergenza legata alla diffusione del vaping tra i giovani. Su questo aspetto assai delicato, al centro di polemiche troppo spesso basate su emotività e non sui dati reali, gli esperti del PHE hanno analizzato i dati dell’Itc Youth survey (condotto su 16-19 enni) e dell’Ash-Youth survey (campione 11-18 anni), relativi rispettivamente a settembre 2019 e marzo 2020. A seconda della definizione di “current user” utilizzata nei due studi (ben spiegata nell’approfondimento di Sigmagazine linkato alla fine del paragrafo), secondo Ash la prevalenza di chi svapa almeno una volta al mese è pari al 4,8%, secondo Youth (il cui range di ricerca è su un campione di età più avanzato) è del 7,7%. Tra i numeri a corredo, anche l’indicazione che, anche nella fascia giovanile, il numero dei consumatori cresce con l’età, riducendo quindi la percentuale per le fsce più giovani. La conclusione degli esperti britannici: “La maggior parte dei giovani che non ha mai fumato non ha mai nemmeno svapato”.

In Inghilterra funziona la politica su sigarette elettroniche e minori

 

GermaniaAssociazione imprenditori vaping: governo tedesco segua modello inglese
Prende spunto dalle iniziative inglesi per criticare la politica sul vaping del governo tedesco il Bündnis für Tabakfreien Genuss (BfTG), l’associazione che rappresenta imprenditori, distributori e commercianti della sigaretta elettronica. “Mentre in Gran Bretagna il governo sostiene con tutte le sue forze la sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno, in Germania viene elaborato un piano per la tassa sull’ecig, che renderà il prodotto carissimo e non allettante per i fumatori”, ha detto Dustin Dahlmann, presidente del BfTG. “La politica tedesca deve immediatamente ripensare il proprio progetto e introdurre un sistema di controllo del fumo basato sui fatti sul modello britannico”, ha concluso.

GermaniaTassa ecig: la maggioranza di governo tira dritto (con qualche distinguo)
Se le opposizioni promettono battaglia sulla legge che istituisce per la prima volta in Germania la tassa sulla sigaretta elettronica (inserita nel quadro di un aumento delle accise sui prodotti del tabacco), i partiti di maggioranza intendono tirar dritto. Con qualche distinzione nel merito fra le due forze che compongono l’esecutivo, l’Unione (raggruppamento dei partiti conservatori Cdu e Csu) e l’Spd (i socialdemocratici). Per l’esperto di politiche sulle dipendenze dell’Spd Dirk Heidenblut la proposta del ministro del Tesoro Olaf Scholz (Spd anche lui) è un passo giusto e importante: “Non si tratta di tassare la sigaretta elettronica, ma i liquidi che contengono nicotina”, ha detto alla rivista Egarage, “perché rappresentano un danno per la salute anche se inalati con uno strumento che non brucia tabacco”. Un’apertura a una tassazione differenziata tra ecig e tabacco arriva invece dalla Cdu, per bocca del responsabile per le politiche sanitarie Alexander Krauß. “Da un punto di vista sanitario trovo giusto che la sigaretta elettronica venga tassata”, ha detto il politico Cdu, “ma la tassa deve essere più bassa rispetto a quella sulle sigarette”. Per Krauß deve essere mantenuto un vantaggio economico a favore dell’ecig per favorire il passaggio dei fumatori: “la misura della tassa va rivista, quella per l’ecig deve essere più bassa”.

Gran BretagnaStudio: giovani, meno dell’1% di chi ha usato un’ecig è passato al fumo
Settimana ricca di spunti da Oltremanica. Ancora dal Regno Unito arrivano ulteriori dettagli su uno studio sull’effetto gateway per i giovani, particolarmente interessante perché basato su dati americani, dunque provenienti dal Paese che più di ogni altro ha lanciato allarmi, campagne e conseguenti normative sul vaping giovanile. Si tratta di una ricerca, condotta da Lion Shahab, Emma Beard e Jamie Brown dello University College di Londra, che già aveva fornito qualche spunto in occasione della sua pubblicazione sulla rivista Tabacco Control. Ora è uscita la sua versione integrale e completa sul sito online di Bmj Journals, arricchita di dati aggiuntivi. La sintesi dello studio è che meno dell’1% degli adolescenti che ha usato come primo strumento la sigaretta elettronica è diventato in seguito un fumatore abituale. I vaper avevano dunque il 26% di probabilità in meno di iniziare a fumare rispetto a quelli che consumavano prodotti a combustione diversi dalle sigarette. Chi, invece, utilizzava prodotti del tabacco senza combustione aveva il 52,7% di probabilità di diventare un fumatore. Tutte le nuove informazioni sullo studio nell’approfondimento di Sigmagazine.

Studio: la sigaretta elettronica non spinge i giovani verso il fumo

 

GermaniaTv: l’ecig sostituisce la sigaretta tradizionale nel poliziesco più famoso del Paese
La sigaretta elettronica entra ufficialmente nel cast di “Tatort”, la serie poliziesca più famosa della Germania, che ogni domenica, da 50 anni, incolla alla tv milioni di telespettatori nei Paesi di lingua tedesca (anche in Austria e Svizzera). Ha fatto il suo debutto nelle mani del pubblico ministero del tribunale di Münster, elegante città della Germania occidentale dove si è girato il filone della serie attualmente in programmazione (sono tante le città tedesche ma anche europee che nei decenni hanno avuto l’onore di fare da scenario alle inchieste di “Tatort”). Fino a qualche puntata fa il pubblico ministero (che è interpretato da una donna), cui fa capo l’ufficio di polizia protagonista di questo spezzone della serie, era un’accanita fumatrice. Ora la sua presenza in commissariato pare più apprezzata, perché il vapore che scaturisce dalla sua ecig ha sostituito le consuete nebbie da fumo. Il messaggio è comunque positivo: il procuratore ha deciso di dare una svolta positiva alla propria salute, passando dal fumo alla sigaretta elettronica.

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