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Sta sollevando un acceso dibattito fra gli scienziati e anche fra i politici l’intenzione del Ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz di tassare i liquidi per sigarette elettroniche a partire dal 2022. A quanto si è appreso, il prelievo fiscale dovrebbe essere proporzionale al contenuto di nicotina negli e-liquid. Una opzione di cui si è spesso discusso anche in Italia, che però non convince l’austriaco Bernd Mayer, farmacologo e tossicologo dell’Università di Graz e autore dei più recenti studi proprio sulla nicotina. “L’imposta sul tabacco – ha spiegato – è concepita (almeno teoricamente) per compensare i costi che i fumatori causano al sistema sanitario. Ma i fumatori non si ammalano per il consumo di nicotina e infatti finora questa non è mai stata considerata nella discussione sulla tassazione del tabacco”. Definire l’entità del prelievo fiscale in base al contenuto nei liquidi è, secondo Mayer “assurdo e indifendibile da un punto di vista medico”.
Ma un aiuto alla battaglia dei vaper tedeschi potrebbe arrivare anche dai membri del Parlamento, sentiti dal magazine specializzato Egarage. L’esperto di finanze dei Verdi, Stefan Schmidt dichiara di non essere contrario in linea di principio a una tassa sull’e-cigarette. “Rifiutiamo però la proposta di Olaf Scholz – ha continuato Schmidt – perché noi Verdi perseguiamo la prevenzione e la riduzione del danno. Quindi vogliamo motivare le persone prima di tutto a non iniziare a fumare, a smettere di fumare e, se questo non è possibile, a passare almeno ai prodotti meno dannosi”. La proposta del rappresentate dei verdi è dunque quella di tassare semmai i prodotti in base alla loro dannosità.
Anche Niema Movassat, responsabile della politica sulle droghe per il partito di sinistra Die Linke, è critico verso la proposta del governo. Convinto che “le sigarette elettroniche, in quanto variante meno dannosa del fumo, possano essere uno strumento per la cessazione”, Movassat ritiene che i prodotti di harm reduction non possano costare di più di quelli più dannosi a causa della tassa. “Non riesco a capire – dichiara a Egarage – quale sia lo scopo della mossa del Ministro delle finanze. A parte le considerazioni fiscali, qui manca qualsiasi elemento di politica sanitaria. Se l’aumento delle tasse andrà come previsto, sarà difficile passare dal tabacco alle sigarette elettroniche”.
Il liberale dell’Fdp Till Mansmann non si dichiara in principio contrario a un prelievo fiscale sui liquidi con nicotina, ma ritiene che l’aliquota fiscale non sia ragionevole né giustificabile, perché farebbe aumentare in maniera esponenziale il prezzo dei prodotti in commercio. “Sarebbe del tutto controproducente in termini di politica sanitaria e limiterebbe la competitività dei prodotti del vaping”, spiega. Mansmann teme anche l’impatto che la misura potrebbe avere sulle aziende interessate, chiedendo al governo di tenerne in considerazione le medie dimensioni del settore, il rischio minore delle sigarette elettroniche rispetto al tabacco e il loro potenziale per far smettere di fumare.
Molti dei parlamentari intervistati da Egarage, inoltre, ritengono che in un regime di mercato unico europeo, sarebbe più utile che gli Stati non prendessero decisioni unilaterali affrettate in materia, ma aspettassero la revisione in corso della Direttiva europea sulla tassazione del tabacco, a cui dovranno comunque attenersi. Un consiglio saggio, ma solo se gli Stati non hanno urgente bisogno di fare cassa.