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Sigarette elettroniche ricaricabili sono 5 volte più efficaci per smettere di fumare

Secondo uno studio inglese, l'e-cig funziona anche più di farmaci e altre terapie. Gli autori mandano un messaggio all'Oms.

I fumatori che usano quotidianamente una sigaretta elettronica ricaricabile per smettere di fumare hanno cinque volte maggiori possibilità di raggiungere l’astinenza dal tabacco per un mese rispetto a chi non utilizza nessun aiuto. Chi, invece, utilizza ogni giorno e-cigarette usa-e-getta o a cartucce precaricate, triplicava le possibilità di abbandonare il fumo, sempre rispetto a chi non ricorreva a sostegni per la cessazione. A dirlo è uno studio condotto da un’equipe di ricerca del National Addiction Center del King’s College London, pubblicato sulla rivista Addiction ieri, in occasione del No Smoking Day del Regno Unito. Il lavoro, intitolato “The effectiveness of using e‐cigarettes for quitting smoking compared to other cessation methods among adults in the United Kingdom”, è stato interamente finanziato da Cancer Reseach UK.
I ricercatori hanno analizzato i dati di una indagine online condotta su oltre 1.155 persone. I partecipanti includevano fumatori, ex fumatori che avevano smesso un anno prima del completamento dell’indagine e utilizzatori di sigarette elettroniche. I dati sono stati raccolti in cinque fasi fra il 2012 e il 2017. I ricercatori hanno analizzato l’efficacia delle e-cigarette nell’aiutare l’astinenza dal fumo per almeno un mese al follow-up e per almeno un mese fra la prima indagine e le successive fasi di follow-up.
I risultati sono quelli citati: le sigarette elettroniche ricaricabili e a pod, rispettivamente, quintuplicano e triplicano la probabilità di riuscire a smettere di fumare, paragonate a nessun ausilio. Ma non solo. L’uso quotidiano di sigarette elettroniche, spiegano dal King’s College London, si è dimostrato anche più efficace di altri metodi per smettere di fumare, tra cui la terapia sostitutiva della nicotina, farmaci come bupropione o vareniclina o qualsiasi combinazione di questi aiuti. “Nessuno di questi metodi – spiegano – è stato associato all’astinenza dal fumo al follow-up, paragonato all’uso di nessun aiuto. Tuttavia, in un’analisi secondaria, la prescrizione di farmaci è stata associata al raggiungimento di almeno un mese di astinenza dal fumo”.
I nostri risultati – commenta a proposito Máirtín McDermott, coordinatore dello studio – dimostrano che, se utilizzate quotidianamente, le sigarette elettroniche aiutano le persone a smettere di fumare, rispetto a non utilizzare nessun aiuto. Questi risultati sono in linea con le ricerche precedenti, che dimostrano che Il vaping è più efficace per smettere di fumare rispetto alle terapie sostitutive della nicotina riconosciute e ai farmaci con prescrizione”.
Non è da sottovalutare anche come l’uso di dispositivi ricaricabili si sia dimostrato molto più efficace nell’aiuto alla cessazione, rispetto a quelli chiusi. Difficile non pensare all’Organizzazione mondiale di sanità che giusto pochi mesi fa ha raccomandato di vietare i sistemi aperti, a favore di quelli a cartucce precaricate. “L’Oms è particolarmente preoccupata per le sigarette elettroniche ricaricabili – commenta infatti Leonie Brose, una delle autrici della ricerca – perché potrebbero consentire all’utente di aggiungere sostanze nocive o livelli più elevati di nicotina. Tuttavia, abbiamo dimostrato che in particolare i dispositivi ricaricabili rappresentano un aiuto molto efficace per smettere di fumare, se usati quotidianamente e questa prova dovrebbe essere presa in considerazione in qualsiasi guida futura sul loro utilizzo”. “Nonostante la posizione estremamente cauta dell’Oms – conclude Brose – studi come il nostro dimostrano che le sigarette elettroniche sono ancora uno dei più efficaci aiuti per smettere di fumare disponibili”.

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