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Risiko incarichi e nomine: dopo Arcuri salta anche Minenna?

La ristrutturazione voluta dal neo premier dovrebbe adesso riguardare l'Agenzia delle Dogane e Monopoli. Dalla scelta dipenderà anche la pubblicazione della determinazione di riforma del mercato della sigaretta elettronica.

Senza squilli di trombe, senza annunci, senza conferenze stampa. Il lavoro di Mario Draghi, almeno per il momento, si sta svolgendo nel più assoluto siulenzio e riserbo. Perfino i Dpcm, strumenti normativi di stampo presidenziale, vengono presentati dai ministri. Un basso profilo che sta destabilizzando anche i partiti e i loro leader, abituati a scorribande mediatiche e pubblici litigi. L’impronta dell’ex capo della Banca europea è presente in tutti i gangli delle istituzioni. Dopo aver scelto la sua squadra ristretta e lasciato ai politici i ruoli di second’ordine, dopo aver messo nel cassetto la chiave della cassaforte del recovery fund, è arrivato il momento di ristrutturare le agenzie nazionali. La prima testa a saltare è stata quella di Domenico Arcuri da commissario straordinario all’emergenza. Senza dire una parola gli ha dato il benservito nominando al suo posto il generale Francesco Paolo Figliuolo. Presto Arcuri potrebbe essere spodestato anche da Invitalia; al suo posto Bernardo Mattarella, nipote del Presidente della Repubblica.
Sostituzioni in vista anche in seno all’Agenzia delle Dogane e Monopoli. L’economista Marcello Minenna avrebbe dunque i giorni contati, liberando così una casella che Draghi vorrebbe affidare ad uomo che possa rispecchiare il registro low profile del suo governo. L’attuale capo di Adm ha sin da subito assunto un ruolo da protagonista all’interno di quella che invece è l’Agenzia più seriosa e burocratizzata dello Stato. Ha, insomma, personalizzato la struttura attraverso la sua immagine: dai profili social, alle apparizioni in tv, dalle divise di ordinanza, allo stemma con tanto di motto (nec spem, nec metu; nè con speranza, nè con timore), sino alla variazione dello stemma con tanto di Stellone della Repubblica e della denominazione ufficiale (Accise, Dogane, Monopoli). L’ambizione di Minenna, mai negata, era di trasformare l’Agenzia in una forza di polizia. Dove lui sarebbe stato il Gran Generale. Con l’arrivo di Draghi sono però saltate tutte le protezioni politiche, anche i Cinquestelle dovranno dunque accettare la destituzione di Minenna. Tra i papabili alla sua successione avanza l’ipotesi di Vincenzo Fortunato, per due legislature già capo di Gabinetto e coordinatore degli uffici legislativi del Ministero dell’economia con una grande esperienza in materia di aziende statali e società pubbliche partecipate dello Stato. Ma, come spesso avviene, i nomi anticipati spesso sono nomi bruciati o tesi a depistare.
La rapidità con cui il direttore Minenna sta affrontando la riforma del mercato delle sigarette elettroniche che lo porterà a firmare la determinazione attuativa potrebbe dunque essere letta come un estremo tentativo per dimostrare interesse nei confronti della posizione. Al contrario, se la sostituzione avvenisse in tempi rapidi e senza preavviso, la pubblicazione dello strumento normativo di Adm potrebbe essere soggetto ad ampie modifiche. O, in estrama ratio, a una proroga dei termini. Tutto, insomma, è nelle mani di Mario Draghi. E il primo aprile si avvicina.

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