© Sigmagazine, rivista d'informazione specializzata e destinata ai professionisti del commercio delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica - Best edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - P. Iva 14153851002 - Direttore responsabile: Stefano Caliciuri - Redazione: viale Angelico 78, Roma - Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma al numero 234/2015 - Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017
Nel confronto europeo la Svizzera è uno dei Paesi più liberali sul fronte del tabagismo. E forse non a caso fa un passo indietro sulla richiesta di riforma restrittiva in materia pubblicitaria dei prodotti del tabacco, sigarette elettroniche comprese, proposta dall’iniziativa popolare “Fanciulli e adolescenti senza pubblicità per il tabacco”. Il testo, se approvato, avrebbe introdotto un diveto assulto di pubblicità dei prodotti del tabacco, in ogni forma e su ogni mezzo di comunicazione. Il Consiglio nazionale ha optato invece per una normativa più soft, demandando quindi eventuali interventi in fase di discussione del disegno di legge governativo attualmente fermo in parlamento.
L’iniziativa era stata sottoscritta da 109’969 persone e chiedeva di vietare ogni forma di pubblicità del tabacco che potesse raggiungere bambini e giovani: sulla stampa, Internet, sui manifesti, nei cinema e nei punti vendita. Sarebbe stata vietata anche la sponsorizzazione di eventi e le sigarette elettroniche sarebbero state regolamentate come quelle tradizionali.
Il disegno di legge sul tabacco in procinto di discussione in parlamento dovrebbe consentire alla Svizzera di sottoscrivere una convenzione dell’Organizzazione mondiale della sanità. Prevede, tra le altre cose, il divieto di consegna ai minorenni su scala nazionale di pacchi contenenti tabacco o sigarette elettroniche. In parole povere, verrà fatto divieto ai ragazzini di acquistare online e tramite posta e a distanza. Uno dei punti più controversi rimane però la pubblicità e la promozione delle sigarette, attualmente vietata solo in radio e alla televisione. I legislatori avrebbero deciso di estenderlo soltanto ai giornali e ai siti web che hanno i minori come loro target di lettori.
Inoltre, la pubblicità sarebbe in gran parte vietata nei cinema e negli spazi pubblici, così come sui manifesti o cartelloni se visibili su suolo pubblico.