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“La tassa sulle sigarette elettroniche introdotta dalla Germania è un disastro per la politica sanitaria: distruggerà i posti di lavoro e aumenterà le vendite sul mercato nero senza generare entrate aggiuntive significative“. Parole dell’associazione tedesca dei negozianti di e-cig VdeH. Secondo la programmazione fiscale del governo Merkel, a partire dal primo luglio del 2022 i liquidi di ricarica saranno soggetti ad una imposizione fiscale di 4 euro ogni 10 millilitri; dopo due anni la tassa sarà raddoppiata e arriverà a 8 euro per 10 millilitri; aggiungendo l’Iva arriverà alla stratosferica cifra di 9,52 euro. Sulla base di un prezzo medio di vendita di circa 5 euro a flacone equivale ad almeno la triplicazione del prezzo al dettaglio. Per protestare contro questa decisione scellerata, l’associazione VdeH domani, mercoledì 21 aprile, inscenerà un gesto dimostrativo sulle sponde del fiume Sprea di Berlino nel tratto adiacente la sede delcParlamento: verrà posizionato uno schermo galleggiante di 20 metri per 35 metri dove saranno proiettate le dichiarazioni di scienziati e consumatori a sostegno della riduzione del danno da fumo.
“Con la nuova tassazione avremo la sigaretta elettronica, che è del 95% meno dannosa del fumo, più costosa delle sigarette convenzionali – commenta Michal Dobrajc, presidente della VdeH – “Con 11 milioni di fumatori, in Germania la sigaretta elettronica rappresenta la più grande opportunità di politica sanitaria che abbiamo: dobbiamo usarla. La tassa andrebbe esattamente in senso opposto“. I piani fiscali porterebbero il livello di tassazione dei prodotti a vapore in Germania a cinque volte la media dell’Ue. “La tassa – conlude Dobrajc – non solo riporterebbe i vaper a consumare sigarette tradizionali ma sacrificherebbe anche l’intera industria a vantaggio del mercato nero“.