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Chiude Juul Labs Italia, il distributore ITA importerà direttamente dagli Usa

La divisione italiana sacrificata nel piano di razionalizzazione dell'azienda. Stesso modello per Russia, Ucraina e Filippine.

A poco più di due anni dal suo sbarco in Italia, avvenuto nel gennaio del 2019, Juul Labs chiude la sua divisione italiana. L’annuncio arriva alle redazioni con un comunicato firmato da George Tucker, managing director della società di consulenza inglese Mercury. Questo non significa, però, che i prodotti dell’azienda californiana non saranno più disponibili nel nostro Paese. Sarà infatti Ita srl, azienda già distributrice dei prodotti Juul, a importare direttamente pod-mod e ricariche Juul per distribuirle ai punti vendita al dettaglio.
Anche in Russia, Ucraina e Filippine Juul si affiderà a un modello di esportazione simile a quello italiano, operando con partner locali. “Stiamo rendendo operativo il nostro modello di esportazione in Italia, Russia, Ucraina e Filippine – spiega Dan Thomson, vice presidente Juul Labs per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa – e, sebbene abbiamo adottato un approccio metodico e di lungo termine rispetto alla presenza sui mercati globali, non abbiamo mai rinunciato al nostro impegno per la dimensione globale della nostra missione. Questo è un ulteriore importante passo avanti nel nostro impegno per riorganizzare l’Azienda e ridefinire la Categoria e per posizionarci per il successo globale a lungo termine”.
La notizia non giunge certo come un fulmine a ciel sereno. L’azienda, impegnata in una fitta serie di contenziosi giudiziari negli Stati Uniti, sta affrontando piani drastici di ristrutturazione interna dal almeno un anno, che hanno portato anche a un ridimensionamento delle strutture estere. È il nuovo corso di K.C. Crosthwaite, ex dirigente di Altria divenuto amministratore delegato di Juul nel settembre del 2019, dopo le dimissioni di Kevin Burns. Il nuovo Ad si è anche sforzato di ricostruire la reputazione dell’azienda, in Patria ritenuta, a torto o a ragione, responsabile di aver incoraggiato il vaping fra i minori, grazie ad un’aggressiva campagna di marketing.
Infatti il comunicato insiste sul tema. “Tutti i partner locali – spiega Tucker – continueranno a rispettare le rigorose misure imposte da Juul Labs per combattere l’uso da parte dei minori. Ogni rivenditore è tenuto al rispetto dei limiti di età e dei limiti quantitativi per l’acquisto individuale”. Limiti che, però, in Italia non sono previsti dalla legge. “Grazie a questo approccio più efficiente – conclude l’azienda Juul Labs – potrà sostenere i già notevoli investimenti in ricerca scientifica, per la generazione di evidenze, e nelle nuove tecnologie”. La divisione italiana di Juul Labs era affidata alla general manager Cristina Santucci.

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