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Più nicotina nell’e-cigarette, minore esposizione a cancerogeni nei dual user

Studio americano sostiene che la sigaretta elettronica con quantità di nicotina simile a quella di tabacco è più efficace anche per chi continua a fumare.

L’uso di sigarette elettroniche che somministrano una quantità di nicotina simile a quella delle sigarette tradizionali è associato a una esposizione ridotta alle principali sostanze chimiche cancerogene presenti nel tabacco, anche se si continua a fumare. È questo il risultato di uno studio randomizzato controllato condotto da un team di ricerca americano, appena pubblicato su the Lancet Respiratory Medicine. Il lavoro, intitolato Effect of an Electronic Nicotine Delivery System with 0, 8, or 36 mg/ml Liquid Nicotine Versus a Cigarette Substitute on Tobacco-Related Toxicant Exposure: a Randomised Controlled Trial, è particolarmente importante per diverse ragioni.
Prima di tutto, perché è stato finanziato dal National Institutes of Health della Food and drug administration degli Stati Uniti e dunque non vi possono essere sospetti sui risultati. In secondo luogo per l’ampiezza del campione analizzato, composto da 520 partecipanti e la sua durata (24 settimane). Poi perché, a differenza di molte altre ricerche, pone come centrale la quantità di nicotina nelle sigarette elettroniche per aiutare i fumatori a cambiare comportamento. Infine perché dà ai consumatori utili informazioni sull’uso duale, una fase che attraversano la maggior parte dei fumatori quando passano al vaping.
Ma veniamo ai dettagli dello studio. Sono stati selezionati 520 partecipanti che fumavano più di 9 sigarette al giorno, non usavano la sigaretta elettronica ed erano interessati a ridurre il fumo ma non a smettere. Per un periodo di 24 settimane è stata assegnata casualmente ai partecipanti una sigaretta elettronica con diverse concentrazioni di nicotina: zero, 0,8 mg/ml o 36 mg/ml (la somministrazione simile a quella della sigaretta di tabacco). In quattro intervalli di tempo – all’inizio e dopo 4, 12 e 24 settimane – i ricercatori hanno analizzato le urine dei partecipanti per rilevare la presenza di cancerogeni specifici del tabacco (Nnal). I risultati evidenziano che chi aveva usato l’e-cig con 36 mg/ml di nicotina dopo 24 settimane aveva livelli di Nnal significativamente più bassi rispetto all’inizio dello studio.
Questa ricerca dimostra che quando ai fumatori interessati alla riduzione viene fornita una sigaretta elettronica con rilascio di nicotina simile a una sigaretta, è più probabile che ottengano riduzioni significative di sostanze tossiche legate al tabacco, come livelli inferiori di monossido di carbonio esalato”, spiega Jonathan Fould, docente di Scienze della salute pubblica e Psichiatria presso il Penn State Cancer Institute e fra gli autori dello studio.
Dice anche qualcosa su come condurre i lavori scientifici. “Precedenti studi randomizzati controllati che esaminano se le sigarette elettroniche aiutino i fumatori a cambiare il loro comportamento al fumo e l’esposizione a sostanze tossiche hanno utilizzato sigarette elettroniche con profili di rilascio di nicotina bassi o sconosciuti”, ha commentato Caroline Cobb, docente di Psicologia alla Virginia Commonwealth University e primo autore dello studio. “La nostra ricerca evidenzia l’importanza di caratterizzare il profilo di rilascio della nicotina nelle sigarette elettroniche prima di condurre uno studio controllato randomizzato”. Sapere se il rilascio di nicotina di una sigaretta elettronica ne determini l’efficacia di ridurre i danni e spingere i fumatori al cambiamento, conclude Cobb, è estremamente importante per i responsabili politici, gli operatori sanitari e per gli stessi fumatori e dovrebbe indirizzare la politica di regolamentazione del tabacco.

 

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